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Ancora su Honda: "E' un ragazzo che sta dimostrando grande voglia e grande volontà. Lui come tanti altri mi stanno mettendo in difficoltà nel pensiero della formazione titolare e delle eventuali sostituzioni a gara in corso. La speranza è che continui così, perché se dovessi avere bisogno di lui sono sicuro che non avrà difficoltà ad interpretare la partita".
Sui giovani Calabria e Mauri: "Mauri è incredibile perché si allena sempre, ma sempre al top. Un po' mi rivedo in lui. E' un ragazzo a cui ho fatto i complimenti. Non faccio alcun tipo di promessa, gli ho detto, ma gli ho detto che mi sta piacendo il suo atteggiamento e il suo modo di allenarsi. Calabria lo conosco dall'anno scorso, è in un momento di difficoltà. Non ho trovato il Calabria che conoscevo, questi mesi lo hanno un po' intristito. Sono sicuro che mi darà qualcosa di importante".
Una parola per riassumere i suoi primi giorni in rossonero: "Entusiasmanti. Lo pensavo prima e anche dopo 10 giorni lo penso".
Sul valore dell'esperienza da giocatore nella carriera da allenatore: "E' una questione di mentalità, anche quando non ero titolare ho sempre avuto la mentalità di interpretare gli allenamenti al 100% delle mie possibilità. La mentalità vincente ti porta ad allenarti sempre con il piglio giusto e con la volontà di migliorarti. Se non ti dai dei piccoli obiettivi ogni allenamento, fai fatica a raggiungerne uno grande. I giocatori vanno aiutati, soprattutto quelli che trovano e troveranno meno spazio, a capire che nella vita possono capitare delle occasioni che se non sfrutti magari non ti capiteranno più. Io da giocatore mi facevo trovare pronto, sapendo che così potevo trovare considerazione nel mio allenatore".
Sull'utilizzo di Honda trequartista: "Avrà le sue chance, si sta allenando molto bene. Sembra una frase fatta, ma non c'è un giocatore che non mi sta dando quello che io chiedo. Logicamente nel giro di una, due partite non puoi far felici 21 giocatori. Inizialmente questo è un po' un problema, la speranza è che si possano ottenere dei risultati importanti e mettere in campo tutti i giocatori, per capire chi ha la volontà di mettere in piedi qualcosa di serio e di importante e chi non ne ha le caratteristiche".
Sulle tempistiche per vedere i concreti effetti del suo gioco: "Per riuscire ad arrivare a questo serve avere delle settimane tipo di lavoro. La mia settimana è strutturata in base a degli obiettivi molto precisi. Il primo giorno lavoro sulla costruzione, il secondo sulla fase difensiva, il terzo sulla gestione e il quarto sulla finalizzazione. Poi ci sono dei giorni in cui tutti questi concetti vengono messi insieme. Tutto sta nella disponibilità dei ragazzi, son sicuro che loro ci credono".
Sulla mentalità da cambiare nell'impostazione del gioco dalle retrovie: "Ho avuto delle ricezioni da parte dei giocatori nel capire la differenza e nella volontà di cambiare. Logicamente ci vuole del tempo per fargli assimilare sul campo questi concetti. Abbiamo avuto poco tempo in questi giorni per lavorare, ci vogliono le priorità. In questo momento qua il mio focus è più su altro piuttosto che sulla costruzione dell'azione da dietro, che piacerebbe tanto fare a me".
Su Locatelli: "Secondo voi non è un mio punto di partenza quello di avere la voglia di far esordire un ragazzo che mi ha dato grandissime soddisfazioni nel settore giovanile? (ha detto Brocchi sorridendo, n.d.r.)). Allo stesso tempo poiché sono uno di quelli che lo conosce di più e che gli voglio bene, voglio aiutarlo e sta a me capire quando sarà il momento giusto di farlo esordire. L'obiettivo è vederlo sempre più spesso nelle formazioni del Milan dei prossimi anni".
Sul centrocampo dell'Europeo 2012 come modello per il suo settore mediano: "Come idea va bene, come interpretazione poi dipende dalle caratteristiche dei singoli giocatori. Ci vogliono sempre degli equilibri da rispettare, ma una delle cose più importanti su cui voglio lavorare io è l'occupazione degli spazi. Nel momento in cui i ragazzi riusciranno a riconoscere questo, migliorerà la qualità del gioco".
Se si è già abituato a lavorare con la prima squadra: "Devo essere sincero e non sono presuntuoso. Non sento ansia o paura, sono sereno e ho la voglia di aiutare un gruppo di ragazzi che dal punto di vista morale a tirar fuori qualcosa che non ha ancora tirato fuori a pieno. Ho il dovere morale di cercare di fare un gioco che è all'altezza della storia del Milan. Ho poco tempo, ma come ho già detto, deve bastare. I giocatori devono avere più autostima e credere di più in quello che fanno".
Se ha percepito la volontà di Berlusconi di cedere la società: "Sul fatto che io sia stato così tanto a stretto contatto con il presidente è una cosa che si dice all'esterno, ma non corrisponde così tanto alla realtà dei fatti. Non so niente di quello che riguarda un discorso societario. Non sono stato scelto per fare il manager o l'aiutante del presidente per le sue scelte. Su una cosa sono sicuro però: il presidente ama il Milan in maniera esponenziale, lo si legge dai suoi occhi. Il bene del Milan per lui è al primo posto".
Sui piccoli obiettivi chiesti contro la Samp: “Per esempio, la reazione alla palla persa. Una situazione di gioco molto importante, vitale per come la penso io. Ti può capitare di perdere un pallone, sbagliare un dribbling o un passaggio, ma non ci si può fermare, non si può non rincorrere l'uomo. Un conto è perderla, un conto è perderla, recuperarla subito e poi, quando ce l'hai te, di recuperare il tempo dell'azione”.
Sulla finale di Coppa Italia: “Sarebbe importante, sarebbe un valore aggiunto. Ma io non posso permettermi di pensare alla finale di Coppa Italia. Quello sarà l'ultimo atto di un lavoro iniziato martedì scorso, e che avrà il suo culmine dopo queste partite di campionato. La squadra deve dare una svolta, avere coraggio, voglia di vincere, ed un atteggiamento propositivo, immediato, dal primo all'ultimo”.
Sul recupero fisico post Samp: “Per giovedì sera tutti gli interpreti della gara di domenica avranno recuperato: la mia 'preoccupazione' è capire, e mettere in campo una squadra che, per interpreti, abbia caratteristiche per giocare in una certa maniera”.
Su Berlusconi: “Sentito dopo la partita contro la Samp, era contento, non mi ha detto nulla sull'aspetto tecnico-tattico, mi ha solo detto di continuare a lavorare, e di proseguire con le mie idee ed i miei pensieri”.
Su Balotelli: “Chiave giusta con lui? Gli ho parlato, cercando di conoscerlo e di farmi conoscere. Ogni giocatore ha il suo io. Ho bisogno di vederli, conoscerli, capire il loro ego, e capire come rapportarmi con loro e mettere le loro qualità a disposizione della squadra. Non si può pensare di cambiarli, dal punto di vista tecnico e caratteriale, bensì si può pensare di mettere le caratteristiche dell'individuo, mentali e qualitative, al servizio della squadra. Mi piacciono le persone che ti guardano negli occhi, lo sguardo dice molto. Balotelli quando mi guarda negli occhi mi trasmette cose positive: è un ragazzo vero, devo trovare il modo di esaltare le sue qualità”.
Su Bertolacci: "Ha un piccolo risentimento e domani non ci sarà. Valuteremo nei prossimi giorni".
Su Boateng: “Atteggiamento importante, mentalità importante. Ha personalità. Da martedì scorso che sono arrivato ha dimostrato grande voglia, e voglia di mettersi a disposizione della causa. Lui, come tanti altri. Lui ha capito che io ho bisogno di questo. Normale, non si possono cambiare 4-5 giocatori a partita: si deve creare uno zoccolo duro, e poi avere giocatori che possano garantire cambiamenti in corso con il rendimento alto”.
Sul trequartista: “A me piace il trequartista moderno, che svari, che sia utile alla squadra, che metta in risalto le sue qualità: importante è che abbia un pensiero offensivo”.
Su Bonaventura forse arretrato a centrocampo: “Se guardiamo il calcio con moduli e posizioni, ognuno può dire la sua. Nel mio calcio non c'è posizione fissa. Normale che un difensore centrale non può fare l'attaccante, ma tra centrocampo ed attacco ci può essere inversione dei ruoli. Può mettere in risalto le sue qualità, non dare riferimento agli avversari. Alcuni giocatori in organico possono farlo”.
Sugli obiettivi contro il Carpi: “Pochi obiettivi, ma chiari. Contro la Samp, sono stati raggiunti. Per domani, ne chiederò altri due, e sono sicuro che se avranno la stessa voglia ed attenzione di concentrarsi per conseguire questi due piccoli obiettivi, domani ci toglieremo delle soddisfazioni”.
Sul Carpi, squadra chiusa: “Il Milan deve avere coraggio, nel suo DNA. La squadra deve affrontare la partita di domani con la consapevolezza che deve essere protagonista assoluta. Nessun alibi, unico obiettivo è quello di prepararsi mentalmente ad affrontare una battaglia, una partita che potrà essere difficile se non prepararata mentalmente nella maniera giusta, e che potrebbe essere più semplice se affrontata come si è affrontata la Juventus. Molto contento dei ragazzi, sono motivati, vogliosi, questa cosa qui mi fa stare tranquillo. Ma in campo non ci vado io. Io devo accompagnare la squadra con la consapevolezza di dar loro mentalità vincente, e farla rendere protagonista nel corso della partita”.
Sulla prima settimana intera di lavoro: “Molto importante consolidare quel 5% che avevo chiesto, e far vedere se era reale oppure no, e raddoppiarlo. Passare almeno al 10%, ogni piccolo passo in avanti è qualcosa in più che hai, che ti rimane dentro, e che ti aiuterà nel finale di stagione in ogni partita che andrai a giocare. Defaticante per chi ha giocato, lavoro sì di campo ma con numero limitato di giocatori lunedì. Squadra un po' stanca, non abbiamo potuto fare molto, ma abbiamo messo in campo dei concetti e delle richieste spiegati prima dell'allenamento, di modo che loro capissero meglio i concetti e le finalità. Lo hanno fatto sempre, come dal primo giorno in cui sono arrivato. La speranza è di trovarli più riposati dal punto di vista fisico e concentrati”.
Su Bacca: "A me è simpatico, mi fa ridere scherza e quando c'è da parlare seriamente lo fa. Ognuno di loro ha delle caratteristiche proprie che non vanno snaturate. Quello che sto cercando di fare è quello di conoscerli, per far sì che io possa con molta più semplicità e chiarezza il quadro della situazione per poter costruire un gruppo solido".
Sull'importanza del settore giovanile: "C'è stato un cambiamento epocale nel settore giovanile, soprattutto a livello di metodologia. Il fatto che l'allenatore della Primavera sia diventato allenatore della prima squadra è una cosa bella, e che si sia attorniato da collaboratori che hanno fatto lo stesso percorso. La speranza è quella di conquistarsi un'altra stagione della prima squadra per poter creare un collegamento con il settore giovanile".
Sull'avversario di domani, il Carpi: "La problematica maggiore è data dal fatto che loro vogliono conquistarsi la salvezza. Dal nostro punto di vista dovremo avere la stessa fame e che emerga la nostra qualità e voglia di vincere".
Su Bertolacci: "Ha un problema muscolare modesto che lo terrà fuori. Valuteremo nei prossimi giorni".
Sulla sostituzione di Kucka, squalificato: "E' un giocatore importante che sa interpretare bene le due fasi di gioco e l'ha dimostrato l'altra sera. Abbiamo in rosa giocatori che hanno voglia e vogliono mettersi in mostra. Sono sicuro che chi deciderò di far scendere in campo al suo posto mi darà una risposta importante".
Sul turnover: "Uno degli obiettivi che ho è avere dei giocatori che durante la settimana mi diano della possibilità di scegliere. Il mio ruolo mi impone delle scelte".
Su lavoro svolto in settimana: "Sul recupero fisico innanzitutto, perché è stata una partita dispendiosa. Non abbiamo avuto molto tempo per preparare questa partita, ma il tempo a disposizione ci deve bastare".
Sul suo ritorno a San Siro da allenatore: "Sarà un'emozione grandissima. E' un sogno che si avvera, il fatto di entrare ancora una volta in quello stadio che mi ha fatto vivere emozioni indescrivibili. La speranza è che ci sia un pubblico che nonostante le delusioni di questo periodo abbia la voglia e la volontà di aiutare la squadra a venir fuori da un momento difficile. Più che chiedere aiuto loro, è giusto che noi li aiutiamo a riavvicinarci".