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Locatelli: “Io e Donnarumma 10 anni al Milan. Derby? Dobbiamo fare la partita”

Manuel Locatelli Milan
Manuel Locatelli, centrocampista del Milan, a 'La Gazzetta dello Sport' sul suo momento, sul futuro e sull'imminente stracittadina contro i nerazzurri

Daniele Triolo

, centrocampista del Milan, a 'La Gazzetta dello Sport' sul suo momento, sul futuro e sull'imminente stracittadina contro i nerazzurri. Ecco tutte le dichiarazioni del 18enne regista della squadra di Vincenzo Montella e della Nazionale italiana Under 19.

Magic moment per Locatelli. Come si fa a rimanere aderenti alla realtà? “Grazie alla famiglia. Sono loro a farmi restare umile. Mio padre lavora in banca, mia madre è casalinga, una figura fondamentale. Mio fratello gioca ad Inveruno, in Serie D. Da piccoli eravamo inseparabili, in oratorio se non ero in squadra con lui non giocavo. E poi c'è mia sorella, che è laureata in russo. Mi manda messaggi così belli che mi fanno piangere. E mi ripete sempre di stare con i piedi per terra. Mi sento ancora come i ragazzi della mia generazione di Galbiate, il paese in cui sono cresciuto. Se alla mia età iniziassi a pensare ai soldi ed ad ingaggi non andrei da nessuna parte”.

Parola chiave, dunque, moderazione? “In molti aspetti della vita direi di sì. Ad esempio i social. Basti pensare cosa è successo a Montolivo. Io sto attento a come li uso, non esagero mai perché possono anche nuocere”.

Sono i suggerimenti che dà ai coetanei in convitto con lei? “Ma certo. Mi chiedono foto e consigli. Dico sempre che se uno è forte, prima o poi l'occasione arriverà. Il convitto è in una posizione fantastica perché ha la vista su San Siro. E quindi a loro basta affacciarsi per guardare il posto in cui un giorno potrebbero arrivare. Perché San Siro è lo stadio dei sogni – ha affermato Locatelli -: quando entro al Meazza ancora non realizzo bene quel che sta succedendo. Durante il viaggio, se mi sento agitato, mi calmo pensando alla mia famiglia, a quando giocavo al parco con mio fratello. Magari mi riguardo in qualche foto”.

Come sta in convitto? Non vuole una casa tutta per lei? “A dire il vero là ci sto proprio bene. Con i tutor ho un ottimo rapporto, sono in una camera singola, ci sono gli altri ragazzi. Diciamo che … appena mi sveglio con la patente magari faccio il grande salto. Eh sì, non l'ho ancora presa, su questo mi sono un po' impigrito”.

In cosa deve migliorare in campo? “Fisicamente, e nella gestione della palla. In Primavera è più facile, in prima squadra è tutta un'altra cosa. Il mio obiettivo è dimostrare che in questo Milan ci posso stare: a volte capita che mi vada a rivedere i due gol perché ancora non ci credo. E mi vengono i brividi”.

Avrebbe avuto lo stesso coraggio di Montella nel farla esordire? “Lui ha visto che 'andavo' in allenamento. Lo dico senza essere presuntuoso: la scommessa l'avrei fatta anche io. E comunque la sua gestione è stata oculata. Prima mi ha fatto entrare un paio di volte dalla panchina, poi l'infortunio di Montolivo ha accelerato il processo. Ma è stata una gradualità importante”.

Non si sentiva in imbarazzo a far spostare Montolivo di posizione quando entrava? “No, perché erano semplici dinamiche di gioco. E poi non sono tipo da timori reverenziali. Riccardo è una guida, un esempio, uno dei miei modelli come Pirlo. Montella mi chiede di fare quello che so, di giocare semplice come in allenamento e di stare tranquillo”.

Galliani l'ha accostata a Rivera, Berlusconi a Pirlo … “Accostamenti bellissimi. Berlusconi mi ha stupito molto. Quando ero ancora in Primavera si fermò da me e mi disse: 'Mi hanno raccontato che sei molto forte...'. All'inizio era tutto un sogno, ma ora che sto iniziando a realizzare quel che accade, so anche di aver commesso degli errori. Con la Juve, per esempio. Tutti hanno parlato del mio gol, ma ho perso qualche brutto pallone. Sono cose che mi vado a rivedere per capire dove ho sbagliato”.

E' stato chiamato da Ventura : “Sono felice, ma facciamo un passo alla volta. Sto giocando con l'Under 19 e va benissimo così. Da Ventura non mi aspetto nulla: penso al presente ed a restare con i piedi per terra”.

Sul : “All'Inter ho fatto già un gol, quando ero nei Giovanissimi. Stop di petto e tiro da fuori area. A loro toglierei Icardi, perché vede la porta benissimo. Questa Inter è difficile da studiare perché ha cambiato tecnico. Ma la questione in realtà è una sola: la partita dobbiamo farla noi. E Montella è bravissimo a preparare questo tipo di sfide”.

Sul Milan giovane e italiano: “Il progetto è molto bello e bisogna dire grazie a Berlusconi e Galliani. Il segreto del nostro settore giovanile è nelle persone. Loro sono i massimi dirigenti, poi ci sono figure fondamentali come Filippo Galli e De Vecchi, un allenatore che mi ha insegnato tanto”.

Sugli amici Donnarumma, Calabria, Romagnoli, De Sciglio: “Con noi il Milan ha un bel progetto per i prossimi 10 anni. Sta venendo fuori qualcosa di importante”.

Sui talenti della Primavera pronti a sbocciare: “Scommetto su Vido, Cutrone, Zanellato e El Hilali”.

Sui punti in comune con Donnarumma: “Ci siamo conosciuti negli Allievi, siamo amici veri. Lui è un fenomeno. Insieme lavoriamo e scherziamo sempre, ed è vero, abbiamo tanti punti di contatto. Ma non sulla musica: quando attacca con le sue canzoni napoletane, io mi metto le cuffie ...”.

Se non avesse fatto il calciatore, cosa avrebbe fatto? “Ho una passione per i polizieschi, quindi l'investigatore privato”.

Da calciatore, quali sono gli obiettivi? “Personalmente, continuare così. Come squadra, tornare in Europa”.

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