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Lotta per il sesto posto: è un Milan ridimensionato

Donato Bulfon

Una vorticosa caduta verso il basso, per un Milan che si specchia troppo con il passato. Una volta era Champions, ora è sesto posto...forse.

Una vorticosa caduta verso il basso, per un Milan che si specchia troppo con il passato. Una volta era Champions, ora è sesto posto...forse.

Alla mediocrità ci si può abituare, ed è questa la paura più grande per ogni tifoso rossonero che ad ogni giornata di campionato si aspetta un qualcosa che non arriva mai. Sono tanti anni, ormai, che il Milan non vince e questo, in un percorso di crescita, può succedere, ma ai rossoneri questo percorso sembra essersi arrestato un bel po' di tempo fa.

Nel 2007 i rossoneri dominavano in Europa, vincendo una Champions League e regalando ennesime prestazioni di alto livello. Non solo, a dicembre di quell'anno il Milan diventò Campione del Mondo e Kakà si avviava a vincere il Pallone d'Oro. Momenti trionfali, dai quali però, con ogni probabilità bisognava ripartire con una programmazione pluriennale che non c'è stata. La parentesi Thiago Silva - Ibrahimovic ha regalato lo scudetto 2011, ma qualcosa già si era incrinata, e la definitiva dismissione della vecchia guardia ha fatto il resto. Il Milan non è stato più il Milan lì, in quel preciso momento. Quando si doveva ingranare la prima, ma si è messa la folle. I rossoneri sono rimasti fermi, crogiolati in quel dolce brodo da "Squadra più titolata al Mondo", senza sapere che il Mondo andava avanti e non aspettava. E ora cosa resta? Poco, tanti cambi di allenatore, sessioni di mercato equivoche, giocatori presi per riempire caselle. Uno stile Milan che ha poco di quel cambiamento e rivoluzione voluta trent'anni fa scendendo da quell'elicottero.

Resta il Sassuolo, o meglio, quel sesto posto che oggi sembra oro, in lotta con una provinciale di lusso che fa del bel gioco il proprio dogma. Certo, la piazza di Milano è difficile, è esigente, forse non ricorda tutto quello che il Milan ha vinto in tanti anni ma, come in ogni cosa, abituarsi al meglio è bello, tornare indietro è dura. Questa è la realtà, fatta di contestazioni e recriminazioni. Il Milan di oggi è questo. Ridimensionato e poco sicuro di sè. Capire questa cosa potrà essere il primo passo verso la rinascita. Bisogna solo volerlo.