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Maldini: “Il Milan è un amore eterno, ma non tornerò in società”

Paolo Maldini, bandiera del Milan
Nessun ritorno in società per Paolo Maldini. La conferma arriva dallo stesso giocatore, che chiude le porte all'ingresso in società con la proprietà cinese

Luca Fazzini

Presente al "Fortichino d'oro" a Badia a Pacciana, in provincia di Pistoia, Paolo Maldini ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di SkySport, iniziando dall'affetto dei tifosi: "Non ha confini, i tifosi milanisti sono ovunque, ma in generale tutti i tifosi di calcio mi dimostrano molto affetto".

Sulla sfide delle glorie contro l'Arsenal: "In Inghilterra e Scozia c'è sempre qualcosa di particolare, un attaccamento alla maglia verso questi giocatori. Il clima era da Champions League e noi ci divertiamo sempre ad incontrarci".

Sull'addio di Berlusconi: "Fa effetto. Quando sono arrivato al Milan c'era un altro presidente, quindi ho vissuto in prima persona anche il primo cambio di proprietà. Berlusconi è stato un presidente incredibile, il più vincente e innovativo del calcio moderno".

Su un possibile ruolo nel nuovo Milan: "Sono davvero stanco di sentire queste cose. Ho fatto la mia vita, non c'è veramente niente di vero. Il Milan resterà un grande amore, di tutta la mia famiglia".

Sulle proprietà straniere in Italia: "Penso che chi acquista un club, abbia il dovere di andare a vedere la storia dello stesso. Il presidente di un club non può consideralo solamente suo. Il Milan ha tantissimi tifosi nel mondo, ci vuole rispetto. Bisognerebbe considerare il loro pensiero, poi - ovviamente - la gestione è personale".

Interpellato poi da altri cronisti, l'ex numero 3 ha parlato anche dell'addio al calcio: "La mia ultima partita porta con sè un ricordo triste perchè la carriera era finita. Ho però ancora un ricordo vivo, con i tifosi fiorentini che mi applaudirono. Sono stato una bandiera del Milan, ma l'aver giocato in nazionale mi ha fatto entrare anche nel cuore dei tifosi di altri club".

Sui pochi talenti italiani, invece, Maldini commenta: "Quando si cambia generazione, capita che la nuova deve prima prendere bene le misure. Siamo comunque vice-campioni d'Europa con l'Under19 e anche la Nazionale non ha poi fatto male all'Europeo. I giovani italiani raramente giocano in A, mentre in Spagna e Inghilterra questo problema non c'è".TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE:

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