Ci eravamo strenuamente opposti all’idea di dover passare un ennesimo finale di stagione privi di ambiziosi obiettivi di classifica (e per favore non provateci nemmeno a spacciare come tale il mantenimento del sesto posto dagli attacchi furibondi di Sassuolo e Lazio…); ma la triste sensazione maturata a conclusione della prestazione casalinga contro la Lazio, peraltro nemmeno tra le più brutte offerte quest’anno dal Milan tra le mura amiche, è quella di un lento, inesorabile, sonnolento periodo “cuscinetto” che ci porterà alla finale di Coppa Italia contro la Juventus. Nove giornate di tedio come una qualsiasi squadretta di provincia (… con rispetto parlando…) che una volta raggiunta la salvezza stacca completamente la spina e attende l’estate preparando l’abbronzatura grazie ai primi soli primaverili. Prospettiva inquietante.
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Mercato che problema: Mihajlovic è nero
Ovviamente allo stesso Mihajlovic non sfugge il fatto (…ecco il famoso sassolino…) che una volta optato definitivamente per il nuovo modulo, era per la precisione fine novembre, il mercato di riparazione di gennaio poteva (doveva?) essere l’occasione, nonostante i noti e stringenti vincoli di bilancio, per effettuare qualche operazione in entrata a completamento di una rosa, soprattutto a centrocampo, pensata per l’applicazione di moduli completamente diversi (4-3-1-2 o 4-3-3-). Ed invece l’unico volto nuovo, ossia Boateng, non è mai stato nelle condizioni fisiche ma soprattutto tattiche per essere utile nelle zone del campo ai lati di Montolivo e Kucka (o Bertolacci).
L’osservazione di Mihajlovic, peraltro ineccepibile, ha probabilmente dato l’avvio alla stagione delle recriminazioni; quando si comincia a recriminare significa che lo sguardo è rivolto costantemente all’indietro e molto meno al futuro. Pessimo segnale.
Matteo Forner
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