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Il tris di domenica sera contro i cugini dell’Inter è stato vero un toccasana. Una boccata di ossigeno per tutti: giocatori, allenatore e, in primis, presidente. Berlusconi, infatti, è tornato a sorridere. Motivo? Il ritorno ad una grande vittoria del suo Milan, la cosa che, a tutti gli effetti, ama di più. Momento di giubilo anche per il tecnico Mihajlovic che ha definito il tre a zero di domenica la chiave di svolta della sua carriera. Tuttavia, nel calcio in particolare, le prove non finiscono mai. Se da una parte il Milan sembra aver colmato alcune delle sue lacune, dall’altra deve ancora convivere con l’accusa di aver perso tempo prezioso nel corso della stagione. Un po’ come uno studente che, dopo un pessimo quadrimestre, torna a prendere un buon voto, così il Milan, nell’esame con l’Inter, è riuscito a cambiare registro dimostrandosi migliorato. Si, solo migliorato. L’allievo rossonero, infatti, avrà tanto su cui lavorare, dovendo, soprattutto, fare i conti con una serie di problemi non del tutto arginati.
LA SQUADRA - Uno su tutti è quello della rosa. Certo, l’organico si è ristretto. Hanno dato l’addio a Milanello Alessio Cerci e Suso, entrambi accasatisi al Genoa dell’amico Preziosi. Casa Milan ha poi fatto cassa anche con la partenza in America di De Jong. L’uscita dell’Olandese permetterà infatti al club Via Aldo Rossi di risparmiare parecchi milioni di euro sul suo ingaggio. Inoltre, molto probabilmente, nel fine settimana ,volerà nel nuovo continente anche Antonio Nocerino, conteso tra il DC United e l’Orlando dell’ex pallone d’oro Kakà. Diritto di riscatto fissato a 13 milioni, quello che il Milan chiederà a fine stagione alla Roma per avergli girato El Sharawy. Se il pelo della rosa è stato sfoltito, ad ogni modo il livello tecnico, al netto del mercato, non è stato migliorato. Lacunosa, infatti, la situazione per quanto riguarda le corsie laterali. Sono fondamentali dei buoni esterni nei meccanismi del 4-4-2 targato Miha; per questo, il serbo, non potrà fare a meno di Bonaventura e Honda. Se il primo è una garanzia, il secondo, però, potrebbe andare incontro ad improvvisi cali. Allora a quel punto che potrebbe operare l’allenatore? Ci sarebbero pronti Niang e Boateng, anche se, viste le loro caratteristiche e recenti prestazioni, sono ritenuti troppo offensivi dal tecnico, che li reputa inadatti a svolgere al meglio l’obbligata doppia fase. Ora, risulta una verità lapalissiana che, indipendentemente dalla crescita del giapponese, da qui in avanti si sarebbero dormiti sonni più tranquilli se si avesse avuto a disposizione un esterno in più. Basta però pensare al risultato di domenica per dimenticarsi certi problemi; sono miracolosi i poteri del derby. Infatti, se si guarda all’orizzonte, il cielo sembra essere più sereno. Tra l’altro, se si da un occhio al calendario, chi crede nel terzo posto può sognare: Palermo fuori, Udinese e Genoa in casa. Tre partite per un pieno di benzina di nove punti. Passo per passo.
MERCATO E FUORIFORMA - Zero, invece, i doni scartati da Mihajlovic nella sessione di mercato appena chiusa. Resta deluso, dunque, chi si attendeva un botto dalle trattative rossonere. Se si vuole davvero sognare, forse, bisogna aumentare la qualità in mezzo al campo. Sfumato l’esterno. Sfumata la cessione in Cina di Luiz Adriano, e, dunque, rimandato a quest’estate l’acquisto del talento El Ghazi. Tuttavia, a detta di Galliani, le vere novità a Milanello saranno i recuperi di Balotelli e Menez; senza contare del ritorno all’ovile di Boateng. Per ora, tutti quanti, sembrano ancora lontani dalla condizione ottimale. La partita con l’Alessandria, purtroppo, ne è la contro prova. Adesso, invece, qualità, personalità e imprevedibilità dovranno apportare alla formazione questi importanti rientri. Sembra, dunque, l’inizio della fine del tunnel per il Milan. Una squadra ad immagine e somiglianza del suo allenatore: cinico e solido; poco fantasioso, ma concreto. Con questi rinforzi la squadra dovrà continuare a vincere, per far contenti presidente e tifosi; ancora in attesa del vero Milan.
Edoardo Colombo
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