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Mihajlovic: “Berlusconi? Se mi chiami, sai cosa ti aspetta…”

Sinisa Mihajlovic Milan
L'attuale allenatore del Torino ritorna sul suo recente passato al Milan, parlando dei risultati ottenuti, gli obiettivi prefissati e del suo rapporto con il presidente rossonero

Redazione

Sinisa Mihajlovic ha un presente al Torino e un futuro ancora tutto da scrivere. Galliani parla benissimo del serbo e dice che è destinato a fare grandi cose. Le farà, gli crediamo. E' bravo, preparato e ha personalità. Il suo Toro dà spettacolo, segna tanto e vola con Belotti. Ma il suo passato, continua a chiamare e Mihajlovic al Milan ha lasciato ricordi agrodolci. Ha convinto squadra e parte dei tifosi, ma non ha conquistato quello più importante, Silvio Berlusconi:  "Quando mi hanno preso volevano un allenatore di personalità e quando uno prende Mihajlovic sa a cosa va incontro. Perciò tu non puoi prendere Mihajlovic e pensare di far fare come vuoi te. Ci si può parlare, ci si può confrontare, però sono sempre io quello che deve decidere", ha spiegato al Corriere dello Sport

Sul suo obiettivo: "Quando sono arrivato al Milan ho cercato di ridare nello spogliatoio la cultura del lavoro. E ci sono riuscito. Abbiamo ridotto molto gli infortuni, per esempio Alex, che non aveva mai giocato l’anno prima, con me ha fatto tutte le partite.

L'errore: "Le prime sette, otto giornate abbiamo perso tempo perché volevamo provare a giocare 4-3-1-2 come voleva Berlusconi, anche se si capiva che non si poteva stare in campo in quella maniera. Poi con il Napoli si è perso e allora ho detto a Berlusconi che io non volevo più giocare così: “Io voglio fare di testa mia, voglio provare io, poi se a lei va bene, va bene a tutti, sennò mi mandi via”. I risultati sono cominciati ad arrivare.

Sull'esonero: "Quando sono stato esonerato li ho lasciati in Europa League e in finale di Coppa Italia, dopo la partita con la Juve, che forse è stata la migliore della stagione".

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