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“Ci vuole un fisico bestiale per resistere agli urti della vita”. Lo sa bene Sinisa Mihajlovic, allenatore di un Milan dalla coperta corta. Contro il Chievo i rossoneri dovranno risorgere, e per farlo metteranno le ali: Honda e Bonaventura saranno impiegati da esterni d’attacco, ai lati di Carlos Bacca, punta centrale vogliosa di ritrovare la rete. I due esterni offensivi rossoneri arriveranno a fine partita senza ossigeno: oltre a dare un contributo in fase difensiva, come sempre fanno, dovranno agire alle spalle di Bacca, servendolo e, magari, spaccando la retroguardia veneta con repentine penetrazioni; in più completeranno la fase di contenimento a centrocampo. Gambe, cuore e testa: basteranno per far spiccare il volo al Milan?
Bacca, Bonaventura e Honda sono appannati in virtù delle ultime partite. Le tre stelle rossonere sono i principali artefici della rimonta rossonera, ma non solo: quando loro non sono in partita, il Milan perde. Rivedere la gara con il Sassuolo per credere. Esatto, domenica scorsa Mihajlovic ha avuto la conferma dei limiti del suo gruppo: 25 minuti dominati, poi alla prima difficoltà la formazione si è squagliata. Il motore si è fuso. Il danno, ovviamente, non è irreparabile, ma sarà recidivo. Il Milan dura poco, è inevitabile: la rosa è ristretta, ma l’energie non si possono centellinare. E Mihajlovic se n’è accorto, sbandierando la carenza di pedine urbi et orbi, soprattutto a centrocampo: “Purtroppo non ho tanti ricambi all’altezza in certi ruoli. Lo abbiamo visto quando mancano Bonaventura o Honda, sono giocatori fondamentali. Se mancassero dovremmo inventarci qualcosa. Giocano sempre e capisco che non possono più essere freschi come all’inizio, ma cercheremo di gestirli in settimana”.
Bonaventura e Honda sono in apnea. Oltre al calo fisico delle ultime prestazioni, numeri alla mano, s’intuisce il bisogno impellente di riposo per i due esterni di Mihajlovic: Bonaventura ha giocato, interamente, tutte le partite del girone di ritorno; saltando solo per infortunio alla gamba la partita contro l’Udinese. Honda invece, dopo un inizio di campionato in sordina, ha giocato tutte le partite del girone di ritorno. Si, il giapponese è proprio un soldatino.
“Alcuni mi criticano, ma io penso che la rosa del Milan sia competitiva”. Parole proferite da Adriano Galliani. Insomma, un chiaro bluff dell’ad rossonero. Sono inutili i giri di parole: il Milan è pieno zeppo di carenze, in ogni reparto. Attenzione, se si considerasse solo il migliore 11 titolare, il discorso cambierebbe. Ovvio, non sarebbe una formazione di top player, nemmeno da terzo posto, vista l’attuale Serie A. Tuttavia la definiremmo competitiva. Peccato però: gli infortuni, in un campionato sempre più fisico come il nostro, sono all’ordine del giorno. A Milanello, poi, gira anche la ruota della sfortuna, si chieda a Niang. Ma se consideriamo la panchina, allora il giudizio è universale: questa formazione, nel complesso, non è tanta roba. Anzi.
Le drammatiche carenze d’organico dei rossoneri sono state messe alla berlina dopo l’incidente di Niang. Il giovane francese, infatti, era il partner ideale per affiancare Bacca in attacco. Non solo, poteva giocare anche da esterno di centrocampo, interpretando tutti i possibili moduli. Insomma, povero Sinisa. Il serbo è abbandonato dalla dirigenza, in balia del suo triste destino. Mihajlovic, dunque, si spremerà le meningi per arrabattarsi con le parche risorse a disposizione. Ma in discussione, paradossalmente, è proprio lui.
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