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MILAN: anno nuovo, vecchie abitudini. E’ ora di cambiare

Sinisa Mihajlovic Milan
La sconfitta di ieri, contro il Bologna di Roberto Donadoni, riporta il Milan in una spirale di incertezze e crisi, da cui uscire non sarà facile

Federica Di Bartolomeo

Cambia l’anno, ma non cambia la storia. Il Milan inizia con il piede sbagliato e perde la prima del 2016. Squadra mediocre, atteggiamento remissivo e poca grinta, si sperava di vedere qualcosa di diverso e invece siamo qui a scrivere sempre le stesse cose, da inizio stagione ormai. Tempo al tempo? Ora basta. Fatti ai fatti, serve solo questo piuttosto. Difficile fare un analisi lucida della partita di ieri, perché la mente è ancora offuscata dalla rabbia. Giusti i fischi e la protesta dei supporters presenti a San Siro, quando di undici giocatori in campo se ne salvano solo due: Bonaventura e Donnarumma.

Stanchi quindi i tifosi, che si scagliano in particolare contro la dirigenza, ma stanca anche la stessa dirigenza, che ingiustamente se la prende solo con l’allenatore. Mihajlovic a rischio più che mai, si vocifera che quella con la Roma sarà una gara da dentro o fuori. Brocchi già messo in allerta, potrebbe essere lui, infatti, il traghettatore fino a maggio. Ma ragioniamoci su, questo avvicendamento a metà compionato a cosa servirebbe? A mio avviso Brocchi, potrebbe essere un futuro buon allenatore, ma lungi in questo momento da chiamarlo tale. Prematuro buttarlo su una panchina che scotta come quella del Milan e il rischio sarebbe di bruciarlo come si è fatto con Inzaghi. Mihajlovic piuttosto è un buon allenatore, non mi stancherò mai di dirlo e al Milan potrebbe fare anche molto bene, se solo i giocatori iniziassero ad ascoltarlo di più e non avesse tutte queste pressione addosso. Certo, qualche colpa è anche sua, d’altra parte è lui che sceglie chi mandare in campo e chi cambiare a partita in corso, ma la squadra non lo aiuta.

Non si può neanche tralasciare la sfortuna che in certe partite la fa da padrona e qualche errore arbitrale che in più di un’occasione ha penalizzato il Milan. Se potessi decidere io lascerei tutto così com’è sulla panchina e interverrei sulla squadra, a prescindere dal mercato. Un ritiro potrebbe essere una soluzione, più allenamenti un’altra, affidare la fascia di capitano a un giocatore con più polso un’altra ancora, senza ricorrere a soluzioni estreme e a mio avviso inutili. Al di là della prossima partita di campionato, decisiva per la stagione dei rossoneri sarà la Coppa Italia, il Milan ha la strada spianata verso la finale, in caso di vittoria contro il Carpi, infatti, si incontrerà la vincente di Spezia-Alessandria. Sollevare il trofeo che manca dal 2003 vorrebbe dire non solo centrare un obiettivo, ma anche entrare di diritto in Europa League a prescindere dal piazzamento in classifica. Inutile però fare i conti senza l’oste, a decidere infatti sarà sempre il Presidente.

Federica Di Bartolomeo

Twitter @FedericaDB22