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"Non sono mai stato un calciatore, ho sempre giocato a pallone". Parole e musica di Gianni Rivera. L"abatino", senza dubbio, farebbe comodo a chiunque. Uno alla Gianni, però, al Milan, servirebbe come il pane. Si, sono pochi i rossoneri di oggi ad avere il desiderio di divertirsi col pallone, di mettersi in gioco, onorando i fasti della glorioso passato rossonero.
L'assemblea dei soci del Milan ha approvato a maggioranza il bilancio 2015 con perdite per 89,3 milioni di euro che saranno ripianate dall'azionista di maggioranza Fininvest. Dopo aver duramente criticato i vertici, i piccoli azionisti hanno avanzato una proposta alternativa a quella di Fininvest per la nomina del consiglio di amministrazione, candidando fra gli altri ex calciatori del Milan come Maldini, Albertini, Boban, Seedorf e, udite udite, Gianni Rivera. Insomma, sarebbe una rivoluzione totale. Nei vertici della catena alimentare rossonera ci sarebbe gente di calcio, gente dal corredo genetico rossonero. In più, con la solvibilità dei soldi proveniente dal consorzio cinese, il diavolo potrebbe tornare a guardare tutti dall'alto.
Rivera poi, in occasione della presentazione del libro ("Gianni Rivera ieri e oggi. Autobiografia di un campione"), ha rilasciato le seguenti dichiarazione sul Milan attuale: "La società ha deciso di puntare su tanti allenatori giovani, ma ha finito per bruciarli. Se potessi gestire un allenatore, andrebbe bene chiunque: l’importante è avere giocatori di livello, perché gli allenatori non possono inventare molto. Le vittorie di Sacchi? Ha fatto ciò che doveva, aveva una squadra fortissima a disposizione: c’era metà nazionale olandese e metà di quella italiana".
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