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Si vive di sogni ed illusioni, ma si muore di realtà. A Milanello lo sanno bene: per il Milan, la distanza tra illusione e la più nefasta delusione è breve. La sconfitta di Sassuolo ha derubricato quanto di più buono ottenuto in due mesi. Non solo, i gol di Duncan e Sansone stanno minando tutte le certezze vicine alla società. Insomma, in via Aldo Rossi c'è aria di tempesta, è inutile negarlo. Il terzo posto, ora, sembra una chimera. Il modulo, il 4-4-2 ideato ad immagine e somiglianza di Sinisa Mihajlovic, prima era il il segreto della rinascita del diavolo, adesso è visto come la causa dei mali rossoneri. Ma non è finita: il feeling, tra il presidente Berlusconi e l'allenatore serbo, non c'è mai stato. Chi frequenta Arcore, infatti, è convinto: Berlusconi non gradisce il gioco di Sinisa, e il presidente vuole schierata la sua cratura con il 4-3-1-2. E il trequartista? Sarà Jack Bonaventura. E' questo il diktat che rimbalza dall'alto.
Il rischio di mandare all'aria tutto esiste: il 4-4-2 infatti, se si tralascia l'ultima partita, donava solidità e quadratura alla squadra. Ma Mihajlovic, contro il Chievo, difficilmente farà orecchie da mercante al suo presidente. Mihajlovic, poi, domenica, dovrà fare i conti con una panchina corta, dalla qualità inferiore rispetto alle avversarie per l'Europa. Honda e Bonaventura sono il segreto di pulcinella della formazione rossonera. Ormai è noto: il genio di Jack, unito alla disciplina del giapponese, sono le chiavi di volta per la manovra del Milan.
I due esterni milanisti, però, non sono immortali, e anche loro tireranno il fiato. Ai due, contro il Chievo, potrebbe essere concesso un turno di riposo. Al loro posto scenderebbero in campo Poli e Boateng, vogliosi di riscattarsi e di dare il loro contributo. Certo, il presidente è stato chiaro: Bonaventura è l'eletto per giocare dietro le due punte. Nella testa di Berlusconi , ad affiancare Bacca, sembra esserci Menez, in virtù dell'ultima occasione sprecata da Mario Balotelli. Come andrà a finire lo scopriremo nei prossimi giorni; anche se Mihajlovic, in passato, ha già fatto capire di non gradire interferenze presidenziali, nemmeno sul modulo.
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