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Non era a San Siro, Giampiero Ventura, che ha preferito Juventus-Roma, ma sicuramente il match tra Milan e Atalanta gli sarà ampiamente relazionato. Tanti erano, infatti, gli italiani impegnati. In modo particolare, però, ieri si è potuto vedere quale potrebbe essere la coppia titolare dell'Italia per i prossimi dieci anni. Stiamo parlando di Alessio Romagnoli e Mattia Caldara. Non li scopriamo certo ieri, ma in uno 0-0 in cui le difese hanno prevalso sugli attacchi, i due centrali sono stati l'emblema di tutto ciò che si è detto alla vigilia: giovani, italiani e nel giro della Nazionale. A dividerli ci sono solo otto mesi: maggio 1994 Caldara, gennaio 1995 Romagnoli. A unirli, scrive La Gazzetta dello Sport, ci sono però molte altre cose. La più evidente è la bravura, la loro completezza. Spicca la pulizia, la qualità dei loro interventi, la loro eleganza. Entrambi sono più portati a posizionarsi bene intercettando le traiettorie e non a cercare il duello fisico. Basti pensare che Romagnoli nelle prime sette partite non aveva commesso neanche un fallo.
Ieri avrà sognato anche Silvio Berlusconi, che Caldara lo vorrebbe in rossonero proprio ad affiancare Romagnoli. I due si completano anche nei piedi: uno destro, l'atalantino, l'altro mancino. Il patron rossonero sta provando a farlo diventare realtà, muovendosi prima che il timone del club passi ai cinesi. Silvio "è sceso in campo" personalmente, telefonando al presidente Antonio Percassi qualche giorno fa. Non è detto non l'abbia rifatto ieri, dopo aver visto la prestazione del ragazzo contro il suo Milan. Se il risultato è stato di 0-0 è soprattutto merito (o colpa) di Romagnoli e Caldara. Il rossonero è stato impeccabile, il nerazzurro ha salvato anche sulla linea una conclusione di Gianluca Lapadula. Il classe '94, però, non pensa al mercato, almeno per ora. Certo che con Romagnoli sarebbe davvero una coppia da sogno. Per fortuna la si potrà vedere, sicuramente, in Nazionale. Per ora, per il resto, solo analogie. Anche di spalle, quando sono in campo, entrambi con il 13 sulla maglietta, entrambi in onore di uno che difendere lo sapeva fare bene: un certo Alessandro Nesta.
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