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Ieri sera, in uno stadio 'Giuseppe Meazza' tutto esaurito, con un gol dalla distanza del 18enne , alla sua seconda prodezza in campionato dopo la rete rifilata 20 giorni fa al Sassuolo. Secondo 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola, si tratta comunque di una vittoria 'con riserva', in quanto, sul risultato, pesa come un macigno il momentaneo vantaggio bianconero, realizzato su calcio di punizione da Miralem Pjanic, regolare e successivamente annullato dall'arbitro Nicola Rizzoli.
Milan-Juventus, dunque, ha partorito un altro caso da moviola, dopo l'ormai famigerata rete di Sulley Muntari nel 2012, e, adesso, si invoca a gran voce l'imminente adozione del VAR (Video Assistant Referees) per eliminare qualsiasi caso controverso sul terreno di gioco. Il Milan, comunque, per la rosea, perché ha giocato da squadra, e seguito il filo logico di un calcio resiliente e penetrante. La Juventus, al contrario, si è mossa come un ammasso di campioni, con linee guida usurate dal tempo .
Desolante la prova offerta da Gonzalo Higuaín, pagato 90 milioni, appena due conclusioni verso la porta milanista e la miseria di 24 palloni toccati, mentre non si capisce come Dani Alves ed Alex Sandro non siano stati mai capaci di servirlo a dovere. Pjanic un patrimonio sprecato, senza interazione con Hernanes e Sami Khedira. Merito, anche, del Milan tatticamente disposto in campo da Vincenzo Montella, abile a passare dal 4-3-3 al 4-5-1, con M'baye Niang spesso in aiuto in fase difensiva come un vero e proprio terzino: il Diavolo non si è vergognato di indossare i panni della provinciale, impostando la sfida su veloci ripartenze e pressing alto in fase di non possesso. Su tutti, la prestazione dei due baby fenomeni del gruppo rossonero: , che con il suo volo sotto il sette al 95' ha impedito il pareggio juventino, e .
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