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Milan, che difesa! Ora i rossoneri sono quasi impenetrabili

Redazione

Tra i segreti di questo sorprendente Milan, attualmente secondo in classifica dopo gli scetticismi di inizio campionato, c’è la ritrovata solidità difensiva

La formazione di Vincenzo Montella, in queste prime 9 giornate, ha subito 11 reti: il dato di grande interesse risiede nel fatto che, dopo essersi ritrovati con ben sette reti al passivo nelle prime tre gare, i rossoneri hanno stretto le maglie difensive ed incassato solamente 4 reti nelle ultime 6 gare.

Si può pertanto affermare che il tecnico abbia trovato la quadratura del cerchio, unendo le qualità e la crescita dei difensori ad un maggior equilibrio tattico che si evidenzia nei giusti movimenti tra i reparti.

L’assetto difensivo cui si è affidato Montella, come dimostrano i minuti giocati, è garantito dal fenomenale portiere Gianluigi Donnarumma, che coniuga personalità e interventi monstre salva-risultati, e dal quartetto composto da Ignazio Abate (alternatosi con il brillante Davide Calabria) a destra, Gabriel Paletta e Alessio Romagnoli centrali, con quest’ultimo muro invalicabile, sempre pulito e preciso negli interventi ed il redivivo Mattia De Sciglio a sinistra, in netta ripresa fisica e psicologica dopo le difficoltà degli anni scorsi.

Senza dimenticare l’apporto, certamente migliorabile in termini di presenza in campo, dei validi Luca Antonelli, Cristian Zapata e Gustavo Gomez che, fermati da acciacchi vari, attendono l’occasione giusta per dare il loro apporto.

A suggello dei ritrovati meccanismi tattici occorre sottolineare il costante sacrificio dei centrocampisti e degli esterni, su tutti Giacomo Bonaventura e Suso, che ripiegano costantemente a protezione della difesa quando gli avversari occupano la metà campo rossonera.

Evidentemente in casa Milan si è finalmente tornati a rispolverare uno dei dogmi di Fabio Capello, allenatore tra i più vincenti nella storia rossonera, che sosteneva che “le grandi squadre si costruiscono partendo dalle fondamenta, dalla retroguardia”.

Una lezione che Montella, cui vanno enormi meriti nella gestione del gruppo, ed i giocatori, cresciuti sia a livello singolo che come squadra, hanno chiaramente metabolizzato.

Enrico Maggioni

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