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Milan, con Giampaolo sarà un 4-3-1-2 in movimento

Stefano Bressi

Se il Milan dovesse puntare su Marco Giampaolo per la panchina del prossimo anno, il tecnico punterebbe su un 4-3-1-2 molto mobile, scopriamolo insieme.

La panchina rossonera, l'anno prossimo, potrebbe essere affidata a Marco Giampaolo. L'ex allenatore dell'Empoli, infatti, sembra aver convinto gli aspiranti proprietari del Milan a puntare su di lui. A consigliare il profilo dell'allenatore di Giulianova è stato Adriano Galliani, che a sua volta ha ricevuto il consiglio del grane Arrigo Sacchi. Nei prossimi giorni, per questo, potrebbe esserci un incontro tra l'a.d. del Milan e il possibile nuovo allenatore, per costruire insieme il Milan del futuro.

Pochi dubbi sul modulo: sarà ancora 4-3-1-2, ma questa volta i rossoneri vorranno farsi trovare pronti. Chiunque capirebbe che, per utilizzare questo sistema di gioco serve un trequartista di ruolo, uno che sia capace di collegare i reparti, di far salire la squadra, di servire gli attaccanti dal limite dell'area e che sappia trovare il gol. Perciò Galliani non è rimasto con le mani in mano e ha già avviato i contatti per Franco Vazquez e Riccardo Saponara. Uno dei due arriverà a Milanello e sarà il perno del nuovo Milan.

Ma il 4-3-1-2 di Giampaolo, lo abbiamo visto all'Empoli, è un sistema che varia molto nel corso del match e richiede degli interpreti che sappiano muoversi molto in campo e che siano disposti a sacrificarsi. Il gioco di Giampaolo è continuo movimento. Le due mezze ali dovranno, ad alternanza, salire per supportare la manovra e ogn tanto inserirsi. Le punte devono riempire l'area di rigore, ma almeno una deve muoversi per ricevere la palla. Anche allargandosi se necessario. Stesso discorso per il trequartista, che deve essere una mina vagante, sempre al centro dell'azione.

Proviamo, dunque, ad immaginare un ipotetico 11 con Giampaolo allenatore, sulla base del 4-3-1-2. Tra i pali, manco a dirlo, ci sarà Gianluigi Donnarumma. La difesa vedrà molte conferme, ma un tassello sarà modificato: al fianco di Alessio Romagnoli andrà inserito un centrale di livello internazionale e negli ultimi giorni si è parlato di Shkodran Mustafi (giovane e uno dei titolari nella nazionale tedesca, praticamente perfetto). Sulle fasce fiducia a Ignazo Abate e Luca Antonelli (o magari a un ritovato Mattia De Sciglio). A centrocampo potrebbe non cambiare molto, con Riccardo Montolivo confermato in cabina di regia e Juraj Kucka al suo fianco; dalla parte opposta agirà Giacomo Bonaventura. Proprio Kuco e Jack saranno fondamentali, ma su questo ci torneremo. Dietro le punte, come detto, uno tra Vazquez e Saponara (con il primo favorito). Davanti tutto da vedere, ma la certezza è che ci saranno due punte che si completino: insieme dovranno garantire tanti gol e molto movimento (un po' come la coppia Sheva-Inzaghi).

Su questa squadra, ci sarebbe molto da lavorare, specialmente, come detto, sulle due mezze ali. Kucka e Bonaventura avranno i compiti più difficili: essere di supporto in attacco e mantenere equilibrio davanti. Entrambi sono bravi negli inserimenti (sia con che senza palla). Leggendo questa formazione ci si accorge subito di come, nel corso della partita, si possa variare facilmente senza operare sostituzioni: grazie a una delle due punte capaci di giocare anche sulle fasce (Gabbiadini?) basterebbe avanzare Bonaventura e allargare l'attaccante per passare al 4-2-3-1, oppure spostare Saponara sulla fascia per un 4-3-3. Ma, in realtà, sarà difficile assistere a un cambio "completo" di modulo: si passerà da uno all'altro a seconda delle situazioni di gioco, a seconda del momento della gara. Questi movimenti diventeranno automatismi che si verificheranno di continuo. Insomma, il Milan dell'anno prossimo sarà un Milan di movimento. Il sistema di base sarà il 4-3-1-2, ma in campo i numeri lasceranno il tempo che trovano.

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