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Milan contropiedista, serve un piano B. E se fosse il 3-5-2?

Vincenzo Montella, allenatore del Milan, Getty Images
Il tecnico del Milan, Vincenzo Montella sta lavorando soprattutto sulla testa dei giocatori, oltre che sulla tattica. Serve più possesso palla, magari cambiando modulo.

Redazione

La sconfitta di martedì sera è ancora fresca, nonostante Montella l’abbia archiviata a “incidente di percorso”. In effetti può essere così, perché il Milan era reduce da una striscia più che positiva, culminata con la vittoria in casa contro la capolista Juventus. Ma il Genoa ha riportato i rossoneri con i piedi per terra, anche se il 3-0 è stato sicuramente un risultato troppo severo per un Milan che non meritava tutto quel divario con la squadra di Juric. Il tecnico campano deve trovare la giusta amalgama nel gioco rossonero, meccanismi che si stanno cominciando ad intravedere dopo anni di buio: ma non può bastare.

Il “problema” del calcio italiano, più esattamente della Serie A, è che se non vinci contro le piccole non vai da nessuna parte. Puoi vincere contro la Juventus e, magari, anche contro l’Inter nel derby, ma se non porti a casa i tre punti contro le squadre di medio-bassa classifica il rendimento sarà sempre inferiore agli interpreti che schieri in campo. E Montella questo lo sa, infatti a Firenze, tramite il gioco, ha ottenuto tre quarti posti consecutivi. Nella Fiorentina, però, aveva giocatori in grado di creare trame di gioco efficaci, mentre in questo Milan a parte Bonaventura e il giovane Locatelli, Montella ha a disposizione degli ottimi contropiedisti, vedi Niang e Suso. Da loro ci si deve aspettare anche il gioco palla a terra, perché sono comunque dei calciatori tecnici che sanno dare del tu al pallone.

La soluzione a questo problema potrebbe essere il cambio di modulo, il passaggio a quel 3-5-2 che, però, mai ha soddisfatto le idee presidenziali di Berlusconi. L’imposizione della difesa a quattro è sempre stata una sua prerogativa nella scelta dei tecnici e l’ultimo a schierare la difesa a tre fu Zaccheroni nel post scudetto del ’99. Tutti sappiamo, poi, com’è andata a finire. Ma Berlusconi, tra meno di un mese, non sarà più il Presidente del Milan e questo potrebbe anche facilitare Montella a pensarci.

Un 3-5-2 in grado di schierare sempre due attaccanti come Bacca e Niang (unica cosa che piace a Berlusconi, ndr), inserendo un difensore centrale in più (col rientro di Zapata o lanciando definitivamente Gomez) e alzando i terzini sugli esterni. De Sciglio farebbe il ruolo che attualmente ricopre in Nazionale, quello di esterno sinistro di centrocampo, ma Abate o Calabria dovrebbero adattarsi in quanto mai hanno ricoperto questo ruolo in carriera. Nella zona centrale del campo, sempre a tre, con Locatelli e Bonaventura sempre al centro del progetto e magari con un acquisto di qualità nel mercato di gennaio, perché Kucka, importantissimo nel tatticismo di Montella, non ha i piedi buoni per impostare il gioco.

Un’idea che starà sicuramente balenando nella testa dell’allenatore del Milan, nonostante il passaggio al 3-5-2 andrebbe fatto in maniera graduale per quanto sia di difficile interpretazione. Montella ci pensa, i tifosi attendono.

Ruggiero Daluiso

 

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