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Hernán Crespo, classe 1975, ex centravanti ed oggi allenatore, ha giocato sia nella Lazio (dal 2000 al 2002, 73 presenze e 48 gol) sia nel Milan (2004-2005, 40 presenze e 18 gol): chi meglio di lui poteva presentare la sfida di questa sera tra rossoneri e biancocelesti? Crespo ha parlato di , e delle sue dinamiche, al 'Corriere della Sera'. Ecco alcuni stralci della sua intervista.
“A Roma sono diventato capocannoniere. Mi sembrava di essere tornato ai tempi del River Plate: stadio gigantesco, come il 'Monumental' – ha ricordato Crespo -, una metropoli dove vivere. : per me, che avevo Marco Van Basten come mito, vestire la maglia rossonera fu una grandissima emozione”.
“Diciamo che è tecnico della Lazio per questioni di opportunità. Sedere su una panchina di Serie A è un traguardo che anche io voglio raggiungere e dal quale sono stato già ad un passo – ha rivelato l'argentino -. Avevo accettato di guidare la Primavera del Parma perché poi la società mi aveva garantito la promozione in prima squadra per il dopo Donadoni. Avevo già firmato il contratto, poi purtroppo la società è fallita”.
“Mi piace? Diciamo che ha un'idea di gioco, ma ci vorrà del tempo per implementarla nel Milan”, l'opinione dell'ex centravanti sudamericano.
“Tutto il calcio italiano, mica solo Milan e Lazio, è sceso di livello. Solo la Juventus, dopo 'Calciopoli', si è riprogrammata ed è ripartita – la convinzione di Crespo -. Basti pensare che quando ad aprile pianificava di vendere Paul Pogba per finanziare Gonzalo Higuaín, Milan e Inter cercavano di capire chi fosse il Presidente ...”.
“Come per Mauro Icardi, – ha detto Crespo -. È sbagliato criticarlo se è così prolifico, ma anche lui è consapevole di dover migliorare”.
“Lo scorso campionato fu affascinante perché i bianconeri regalarono un girone – ha concluso la sua intervista al 'CorSera' -: finché le milanesi non si rimetteranno in piedi, la Juventus è destinata a vincere. Senza progettualità non c'è storia”.
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