Sinisa Mihajlovic, ex tecnico del Milan, (credits: GETTY Images)
Analizziamo quali potrebbero essere i 'pro' ed i 'contro' su una possibile conferma di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Milan nella stagione 2016-2017
Redazione
INTRO
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Con il campionato ormai compromesso, comincia nuovamente visto che la posizione di Sinisa Mihajlovic è uscita ulteriormente indebolita dai risultati deludenti delle ultime tre partite. Tra sulla qualità del gioco espresso dalla squadra e tra le frasi di circostanza del mister quali “ho ancora un anno di contratto”, “a fine stagione decideremo insieme alla società”, “sarò comunque sempre grato al Milan per l’opportunità che mi ha concesso” questa litania durerà almeno fino alla finale di Coppa Italia. Tuttavia, e ci sembra corretto porsi degli interrogativi sul fatto se sia giusto o meno procedere con l’ennesimo cambio di guida tecnica.
Gaetano De Pippo
PRO
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Tutti per uno: non è il motto dei tre moschettieri ma poco ci manca. Mihajlovic in questa stagione è riuscito finalmente a ricreare un gruppo unito ed riportare regole e cultura del lavoro a Milanello. Squadra e tifosi si sono spesso schierati al fianco del mister sottolineandone l’importanza; pur dimostrando spesso evidenti limiti tecnici, quest’anno la squadra ha sempre dato l’impressione di dare comunque il massimo e di seguire le idee di Mihajlovic.
Continuità: l’esonero di Mihajlovic significherebbe iniziare per l’ennesimo anno la stagione ripartendo da zero e tutto il progetto tecnico verrebbe messo nuovamente in discussione. Nelle ultime stagioni i cambi di allenatori non hanno prodotto grandissimi effetti positivi, quindi, tanto varrebbe insistere sulla strada intrapresa la scorsa estate e consentire a Mihajlovic di lavorare almeno un altro anno su giocatori e moduli giá conosciuti e provati.
Mercato mirato: la conferma di Mihajlovic permetterebbe di ripartire su basi solide anche dal punto di vista della rosa. Ormai il tecnico serbo ha ben chiaro in testa su chi potrà eventualmente contare nella prossima stagione. Queste basi permetterebbero poi al tecnico stesso ed alla società di operare sul mercato estivo in maniera mirata senza dover dare il via all’ennesima rivoluzione. In più non va dimenticato che grazie a Mihajlovic il Milan si ritroverà sicuramente in rosa per i prossimi anni due grandi talenti del calibro di Gianluigi Donnarumma ed Alessio Romagnoli.
CONTRO
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Berlusconi: il feeling tra Mihajlovic ed il Presidente, si sa, non è mai sbocciato soprattutto perché Berlusconi non ama la filosofia di gioco in cui crede l’attuale allenatore. Al Milan, nel bene o nel male, se non piaci al Presidente hai le ore contate, quindi, qualora Berlusconi stesso non dovrebbe ricredersi sarebbe opportuno cambiare piuttosto che ricominciare con le critiche alla prima sconfitta del prossimo campionato.
Risultati: la squadra è migliorata rispetto alla scorsa stagione, ma il sesto posto attuale non può di certo essere sufficiente per archiviare la stagione in maniera positiva. In estate sono stati spesi quasi 90 milioni ed era comunque lecito aspettarsi di più e rimanere in lotta per il terzo posto almeno fino alle ultime giornate. Scegliendo Miha, Berlusconi era consapevole di sacrificare il bel gioco sull'altare dei risultati ma senza quest’ultimi tutto il castello crolla velocemente. La finale di Coppa Italia sullo sfondo ed anche un’eventuale vittoria, potrebbero non bastare.
Gioco: sotto la presidenza Berlusconi, il Milan ha sempre privilegiato il “bel giuoco” e la scelta di Mihajlovic era sembrata fin dall’inizio in controtendenza. Avendo comunque una squadra priva di grandi talenti, sarebbe meglio puntare sull’organizzazione e su un gioco piacevole (stile Empoli o Sassuolo per intendersi) in modo da aver più probabilità di raggiungere risultati migliori. Non a caso gli allenatori che sembrano essere i preferiti del Presidente sono Eusebio Di Francesco, Maurizio Sarri e Vincenzo Montella, tutti tecnici che cercano innanzitutto di far giocare a calcio, possibilmente bene, le loro squadre.