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Milan, il personaggio Lapadula: impeto, sacrificio e qualcosa di Inzaghi

Daniele Triolo

Gianluca Lapadula sempre più uomo simbolo di questo Milan operaio: “Abbiamo vinto grazie al gruppo. Numero 9 maledetto? Avevo chiesto il 10”

'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina ha eletto , attaccante del Milan, ad assoluto protagonista della . L'ex bomber del Pescara ha deciso, con un guizzo in girata all'86', la delicata sfida contro i calabresi, rivelatasi più complicata del previsto. Esultanza con mani sulle orecchie, a sentire il boato di 'San Siro' per il suo quarto gol nelle ultime quattro partite, ma il primo tra le mura amiche.

I tifosi del Diavolo lo adorano già: Lapadula corre, lotta, si sbatte, recupera palloni. Per atteggiamento, ha azzardato la 'rosea', è “vagamente gattusiano”. L'impeto , che ne ha benedetto anche il gol-vittoria: “Ne ha fatti uno dei suoi, uno di quelli che piacciono a me – ha detto l'allenatore campano -, i miei meriti sono minimi”.

E Lapadula, a fine gara, ha palesato tutta la propria soddisfazione per il successo in extremis che ha mantenuto i rossoneri al secondo posto in Serie A a pari merito con la Roma, avversaria del prossimo turno di campionato: “Potevo fare di più, – le parole dell'attaccante, riprese da 'La Gazzetta dello Sport' -. Niang non merita i fischi. La maledizione del numero 9? Quando sono arrivato volevo il numero 10, poi era occupato ...”.

Il calciatore, ha infine concluso la propria analisi il quotidiano, ha vissuto, nell'arco della gara, dei 'momenti-Inzaghi': dell'ex cannoniere rossonero Filippo, infatti, ha ricordato le movenze in occasione del gol, come già era accaduto in occasione del tacco di Palermo, e perché è stato abile a mandare in rete uno dei suoi unici due tiri in porta. Implacabile, .

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