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Milan in chiaroscuro: le note negative

Vincenzo Montella Milan
Il Milan passa dall’essere padrone del campo all’essere schiacciato nella propria area. La mano di Montella si vede, ma manca qualità. Troppi blackout.

Stefano Bressi

Il vero problema del Milan sono i troppo frequenti blackout. Basta un nulla e tutta la squadra si imbambola. Se poi si prende gol la situazione è da codice rosso. Il Milan è psicolabile e lo sta dimostrando da ormai almeno due anni ogni volta che mette piede in campo. Ha ragione, infatti, Vincenzo Montella quando non parla di tenuta fisica, ma di tenuta mentale. Le tre stagioni difficili trascorse dai rossoneri hanno lasciato il segno e il risultato è una squadra che alla prima difficoltà deraglia. A volte scompare addirittura dal campo, si legge sulla "Gazzetta dello Sport", incapace di reagire e rimettere la testa fuori. Il Milan diventa l'esatto opposto di quella squadra che, invece, nei periodi di luce, è padrona del gioco e sa esattamente cosa fare. Al buio, invece, regna il terrore. Il Milan si smarrisce e si chiude nella propria area. Riemergono tutte le paure, il timore di commettere errori. Non sempre, tra l'altro, c'è un motivo concreto. Ok, a Napoli la doppietta di Arkadiusz Milik è stata pesante, ma nella tournée americana è capitato anche semplicemente dopo un'azione avversaria. Può apparire strano, anche allo stesso Montella; ma spetta proprio a lui guarire il Milan.

Da questa situazione di paura ne consegue il molto nervosismo messo in campo dai giocatori rossoneri. Non è possibile trovarsi già a quota tre espulsi dopo soli 180 minuti. Gabriel Paletta con il Torino (rosso discutibile, ma che sarebbe costato carissimo se Gianluigi Donnarumma non avesse parato il rigore), Juraj Kucka e M'Baye Niang contro il Napoli (e se dopo il tocco di mano di Alessio Romagnoli il Napoli non avesse segnato saremmo a quota quattro). Tre errori, ingenuità che sono sintomo di scarsa tranquillità. I giocatori non entrano in campo con la testa sgombra e perciò basta poco per oltrepassare il limite.

Parlando di aspetti puramente tecnici, a parte i cinque nuovi acquisti, la squadra è quella dell'anno scorso. Le lacune presenti lo scorso anno, quindi, sono presenti anche adesso. Il reparto più disastrato è il centrocampo, vero tallone d'Achille di questa rosa. Montella avrebbe voluto un giocatore da mettere davanti alla difesa, ma l'arrivo di Mario Pasalic chiude le porte a Rodrigo Bentancur e a qualsiasi altro nuovo acquisto. Riccardo Montolivo resterà al suo posto. Il capitano rossonero ha imparato a difendere bene, ma a discapito dell'impostazione.

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