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Milan in chiaroscuro: le note positive

Vincenzo Montella Milan
Il Milan passa dall'essere padrone del campo all'essere schiacciato nella propria area. La mano di Montella si vede, ma manca qualità. Troppi blackout.

Stefano Bressi

Il match tra Napoli e Milan è finito con quattro schiaffi sulla faccia dei tifosi rossoneri. Di quelli che fanno male. Bisogna essere, però, onesti: i primi 18 minuti, fino al gol di Arkadiusz Milik, veder giocare il Milan è stato un piacere. Stesso discorso per i primi venti del secondo tempo. Anche se quella è più che altro una reazione. Nel primo, invece, si è vista una squadra che ha giocato (e bene) a calcio. Vincenzo Montella si augura che presto, invece che solo per venti, si possa giocare così per novanta minuti. In ogni caso c'è da essere felici: rispetto al Milan degli ultimi due anni, scrive La Gazzetta dello Sport, il passo avanti è evidente. L'impronta di Montella è evidente, nonostante il poco tempo trascorso e questa è un'ottima notizia. Quando il Milan è in possesso di palla (ed è lucido) sa esattamente cosa farne. Gli spazi sono occupati alla perfezione. Così può capitare anche che si scenda in campo al San Paolo e si giochi con scioltezza dominando gli avversarsi per mezzo tempo. Neanche le ripartenze avversarie hanno preoccupato: il corretto posizionamento ha fatto risparmiare fatica.

Una base solidissima, da cui deve ripartire Montella. Se certe cose si possono fare per venti minuti, significa che si possono fare anche per quarantacinque. Fino ad arrivare a giocare un'intera partita con equilibrio e non tante mini-sfide. Non è comunque da sottovalutare neanche la reazione del secondo tempo. Una reazione forte, di personalità. La mano di Montella si vede anche in questo: il Milan era abituato, sotto di due gol, a demolirsi. Senza mai dimenticare, tra l'altro, che il match non era affatto dei più semplici, anzi: al San Paolo contro il Napoli una reazione così è da grande squadra. Il concetto base del mister rossonero ("Mai rinunciare a giocare") non vale, dunque, solo per quanto riguarda la costruzione della manovra.

Anche i singoli hanno i propri meriti. Finalmente al Milan c'è qualcuno che è in grado di saltare l'uomo. Mancava più o meno dalla stagione 2013/14, quando è stato acquistato Adel Taarabt, escludendo Jeremy Menez che andava a intermittenza. Avere giocatori così è di vitale importanza. E l'esempio arriva proprio dal Napoli, con Dries Mertens che ha causato scompiglio. Il gol di M'Baye Niang e le giocate di Suso hanno finalmente fatto rivedere qualche giocatore rossonero capace di puntare l'uomo e andare/mandare in gol.

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