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Milan – Juve: tre lezioni da tenere a mente per la Coppa Italia

Donato Bulfon

La gara di sabato sera tra Milan e Juventus ha dato dei chiari segnali in vista della finale di Coppa Italia del prossimo 21 Maggio.

INTRO

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Quello di sabato sera è stato un Milan - Juventus poco spettacolare ma significativo, in vista della replica del 21 maggio, valevole per la finale di Coppa Italia. Certo, la forza della Juventus, sia mentale che fisica è palese, ma nella gara singola, come detto dallo stesso tecnico dei bianconeri Massimiliano Allegri e dall'ex centrocampista rossonero Demetrio Albertini, tutto è aperto e può succedere anche l'impensabile.

 

IMPRESA POSSIBILE

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La partita di qualche giorno fa, non ha mostrato, però, differenze abissali tra le due compagini, sintomo che tra un mese potrà davvero succedere di tutto. E' da dire comunque che nella Juventus le mancanze erano diverse, a cominciare da Chiellini, oltre che Khedira, Dybala, Caceres e Pereyra, mentre tra i rossoneri gli unici assenti erano Niang e Bertolacci. Ma i valori visti in campo tra le due squadre dimostrano che il Milan può giocarsela, soprattutto in un contesto da ultima spiaggia come la Coppa Italia che, fino a questo momento, ha vedere sempre delle buone prestazioni dei rossoneri. La differenza, per lo più, come ricordato da Mihajlovic dopo la gara, è ancora nella testa: qui si deve lavorare in questi 40 giorni per cercare di arrivare carichi e pronti all'appuntamento più importante dell'anno.

LA DIFESA

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Due errori importanti sono costati i tre punti nella gara contro i bianconeri sabato sera. L'errore di posizionamento di tutta la difesa del Milan, tagliata a fette dal lancio di Buffon e dai movimenti offensivi di Morata e Mandzukic, hanno fatto in modo che l'attaccante croato potesse bruciare l'incolpevole Donnarummma. Idem nella ripresa, quando uno spaesato Abate si è fatto beffare dalla bravura ma anche da un pizzico di fortuna di Paul Pogba. Quello che serve è una maggiore attenzione da parte dei singoli ma anche dell'intero reparto. Nel primo gol bianconero infatti, l'errore individuale di Alex e Romagnoli, poteva essere coperto da Antonelli che doveva essere più vicino ai compagni e non larghissimo a sinistra. Ma questo Mihajlovic lo sa e in questi 40 giorni lo ripeterà all'infinito ai suoi ragazzi.

 

L'ATTACCO

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Il Milan, numeri alla mano, quest'anno segna davvero molto poco. Sarà che gli attaccanti siano un po' appannati o che il gioco rossonero non privilegi il gioco offensivo, fatto sta che i ragazzi di Mihajlovic non riescono ad arrivare con facilità sotto porta e, se ci arrivano, trovano di fronte il grande portiere di turno che superi se stesso quando vedo il rosso e il nero. Quello che mancano sono una maggiore incisività e una migliore cattiveria da parte dei bomber rossoneri, Bacca, Balotelli o chi per loro. Se arrivassero più gol anche dagli inserimenti dei centrocampisti, allora staremmo a parlare di altro. Per questo, in quel di Milanello, ci sarà molto da lavorare: per battere la Juventus ci vorrà cinismo e opportunismo e, soprattutto, una gara giocata con la testa.