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Complicare è facile, semplificare è difficile. Lo sa bene Mihajlovic. C’è voluto un girone intero per farsi accettare. Adesso, però, il coro è unanime: avanti con Sinisa, anche la prossima stagione. A Mihajlovic si chiedevano tre cose: risultati, disciplina, organizzazione. Ecco, sono le tre vittorie del sergente Sinisa. Missione compiuta.
RISULTATI - Il bello arriva ora. A Milanello c’è una strana e dolce sensazione: si può tornare ad alzare un trofeo. La Coppa Italia, e ci si accontenta. Il Milan deve riabituarsi a vincere, solo così potrà ricostruirsi. Poi c’è il terzo posto. Se i tifosi strofinano la sfera di cristallo, vedono la possibilità di poter agganciare l’ultimo treno per l’Europa. Quella che conta, quella con le grandi orecchie. La Champions League è lì, distante 6 punti. Ci sono ancora undici partite, e il diavolo venderà cara la pelle.
DISCIPLINA – “Fai come credi Sinisa, siamo nelle tue mani. Scegli gli schemi e i giocatori che ritieni più adatti”. E’ questo il pensiero, compatto, di tutto il popolo rossonero. Anche dei giocatori: Abate e Abbiati, infatti, hanno rilasciato, nel pre e post gara col Torino, dichiarazioni al miele per il loro allenatore. Uno per tutti, tutti per uno. A Milanello c’è stata una mozione di fiducia per Mihajlovic. Il tecnico serbo ha dato disciplina alla rosa, creando una vera e propria spina dorsale della formazione, basata su una difesa granitica e un centrocampo solido.
ORGANIZZAZIONE - Il sergente serbo ha impresso il suo DNA burbero a tutti i giocatori, chi più chi meno, ridando quella linfa da squadra lottatrice. E i risultati, ora, gli stanno dando ragione. Certo, il Milan ci ha messo tanto. Ha sacrificato un girone intero, per colpa del quale ora, nonostante le vittorie, rimane inchiodato al sesto posto. Ma il tempo c’è, e le altre potenze, Roma, Fiorentina, Inter e Napoli, i rossoneri le hanno fermate, anche battute. Come? Con umiltà e determinazione, ma soprattutto con organizzazione. Il Milan dopo tanto tempo è tornato Squadra, con la 's' maiuscola. I giocatori sanno come muoversi in campo, cosa fare, si muovono secondo uno spartito. Servono gambe, cuore e polmoni, ma anche la testa. E se un giocatore non ci mette questi ingredienti, sta fuori. Lo sa Balotelli: ora, dopo l’incidente di Niang, potrebbe arrivare il suo momento. Insomma, Mario ha l’ultima occasione.
L'UNICA SPINA – I giocatori si muovono seguendo tutti lo stesso spartito. E' una musica rock, quella di Mihajlovic. E non potrebbe essere altrimenti. Un Rock duro per niente dedito agli svolazzi: nel Milan continua a mancare la qualità, ma a Mihajlovic non interessa. E' stato capace di fare di necessità, virtù. Il serbo ha sacrificato il bel gioco, sull'altare dei risultati. Ha fatto e sta facendo il massimo con quel che ha. Con buona pace di Berlusconi, che nutre ancora dei dubbi. Il presidente concepisce il calcio diversamente: vorrebbe più possesso palla, più tiki-taka, più champagne. Eccola la spina. Ma questo Milan, allo stato attuale, non può permetterselo. I rossoneri hanno imparato l’arte dell’arrangiarsi, il fascino di essere cinici, concreti. Con il Torino, il Milan, ha sofferto. Ma ne è valsa la pena. Insomma, la squadra è unita ed è in sintonia con la mente dell’allenatore. E anche il presidente, ora, sembra si stia appassionando al nuovo Milan. Semplice. E complicato.
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