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Milan, l’ennesima occasione persa

Redazione

Non si contano più, ormai, le occasioni perse dal Milan per acciuffare un piazzamento più onorevole di un deludente sesto posto

Non si contano più, ormai, le occasioni perse dal Milan per acciuffare un piazzamento più onorevole di un deludente sesto posto, dopo che – la scorsa estate – si sono spesi 90 milioni di euro circa. Il grave handicap dei rossoneri in questo campionato è rappresentato dalle mancate vittorie contro le ‘provinciali’: sono ben dodici, infatti, le partite ‘toppate’ dai rossoneri contro squadre di seconda fascia. Inoltre, da quando si è entrati nella fase calda e decisiva del campionato, i rossoneri sono riusciti a raccogliere sei miseri punti nelle ultime sette partite giocate.

Milan: non può essere un problema di organico

Riesce davvero difficile pensare che gli innumerevoli passi falsi (in ultimo quello di ieri contro il Carpi) possano dipendere dalla mancanza di qualità in rosa. È vero che l’organico del Milan non può essere considerato alla stregua di quello delle prime tre, ma è altrettanto vero che i rossoneri hanno, in rosa, gente qualitativamente superiore a quelle di Carpi, Verona, Empoli, Atalanta e via discorrendo. Non può, infatti, essere giustificabile un numero tanto elevato di punti persi contro squadre il cui unico obiettivo è quello di rimanere aggrappati, con le unghie e con i denti, alla Serie A.

Le cause della brutta stagione del Milan

Il motivo principale della mancanza di continuità di risultati da parte dei rossoneri è la fame di vittorie. I giocatori che scendono, giornata dopo giornata, in campo non danno l’impressione di giocare con la giusta cattiveria, che è – sicuramente – una delle principali componenti per creare una squadre vincente e con gli attributi (vedi Juve). A questo va aggiunto che i giocatori, troppo spesso, hanno cali di concentrazione ingiustificabili per questi livelli, che li portano – poi – a commettere degli errori banali (come la perdita del pallone di Montolivo che ha rischiato di regalare la partita al Carpi al 90’). Gli altri motivi dipendono da vari fattori: in primis una società, con il presidente in testa, che vuole imporre un diktat tattico non congeniale data l’attuale rosa del Milan; inoltre, sia con Mihajlovic che con il ‘primo Brocchi’, la squadra appare troppo lunga in campo. Il calcio moderno gira, soprattutto, attorno alla partecipazione al gioco (sia difensivo sia offensivo) di tutti gli effettivi, cosa che una squadra lunga non può – di certo – garantire.

 

Mario Perri