Chiamato a sostituire il febbricitante Romagnoli nella partita più delicata dell’anno, Zapata risponde presente e sfodera una prestazione pressocché perfetta in tandem con Alex annullando il capocannoniere del campionato: “Higuain a secco? Quando sono concentrato non ce n’è per nessuno. Lavoro per farmi trovare pronto”. Gonfia il petto Zapata a fine partita davanti ai microfoni al termine della sua miglior prestazione degli ultimi anni. Arrivato nell’estate del 2012 su precisa indicazione di Allegri dal Villareal, il difensore colombiano non è quasi mai riuscito ad imporsi in rossonero dimostrando evidenti limiti soprattutto a livello mentale. Che l’ex Udinese e Villareal fosse un buon difensore e che avesse doti fisiche importanti non lo abbiamo scoperto di certo ieri sera; Zapata é, infatti, un centrale molto veloce e molto forte sia di testa sia nell’uno contro uno ma spesso difetta in concentrazione.
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MILAN, lo ZAPATA che serve è quello di ieri sera
Il colombiano ha sempre dato il meglio di se con la maglia della sua nazionale dove ha sempre fatto molto bene sia nelle gare di qualificazione ai mondiali sia nei tornei internazionali quali, appunto, mondiali e coppa America. Nei club si mise in luce ad Udine, impiegato nella difesa a 3 ma poi non é mai riuscito ad imporsi definitivamente in grandi palcoscenici. Anche al Milan il suo rendimento é stato molto altalenante con la sola eccezione del girone di ritorno della stagione 2012-2013, culminato con la rimonta sulla Fiorentina per il terzo posto; in quel periodo Zapata diede il meglio di se in coppia con Mexes e la difesa subì molto poco permettendo al Milan di qualificarsi in extremis per i playoff di Champion’s poi vinti contro il PSV.
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Proprio un girone fa, contro lo stesso Napoli, Zapata toccò uno dei punti più bassi della sua carriera in rossonero: un suo sciagurato quanto inutile retropassaggio per Diego Lopez diede il via all’azione del gol di Allan mentre nel secondo tempo è stato fatto letteralmente ammattire da Insigne. Qualche mese dopo, proprio contro gli azzurri, Zapata si prende la sua rivincita personale tenendo molto bene il confronto con il Pipita Higuain, autentico spauracchio di tutte le difese italiane. Il colombiano ha controllato benissimo il bomber argentino lasciandogli pochissimi spazi e vincendo tutti i duelli individuali per tutti i 90 minuti.
Proprio l’alternanza di rendimento all’interno della stessa partita é uno dei suoi piú grandi limiti e lo stesso difensore non ne ha fatto mistero nemmeno ieri sera “Il mio limite? Quando faccio un errore mi butto un po’ giù, devo tenere la concentrazione per tutti i 90 minuti. Su questo sto lavorando e migliorando”. Essere autocritici e consci dei propri limiti puó essere un buon punto di partenza ma ora il colombiano, per meritarsi il rinnovo di contratto, é chiamato al salto di qualitá definitivo e la condizione necessaria per effettuarlo é quella di lavorare moltissimo a livello mentale e di testa. Zapata, visti anche gli accacchi di Alex, puó essere ancora molto utile da qui a fine anno e, considerando che compirá 30 anni il prossimo settembre, potrebbe tranquillamente ritagliarsi un posto nella rosa dei centrali per le prossime due o tre stagioni.
Gaetano De Pippo
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