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“La ricerca della continuità”. No, non è il titolo della nuova pellicola cinematografica di Gabriele Muccino.
Quella di oggi è un’occasione persa dai rossoneri, un’opportunità fatta e finita per trasformare in pura realtà il sogno del terzo posto. Certo, non è il caso di buttare via le belle prestazioni del mese di gennaio, ma oggi c’era bisogno di compiere il salto di qualità necessario per mettere pressione alle grandi. Esatto, quelle “grandi”, Inter e Fiorentina, quelle squadre che alle spalle di Juventus e Napoli oggi hanno tirato il freno a mano.
Non era impossibile, niente affatto. Il Milan non riesce ad eguagliare il traguardo delle tre vittorie consecutive realizzato nel girone d’andata. In fondo, dopo aver battuto Inter e Fiorentina, il tris di vittorie sembrava tranquillamente alla portata; invece no. Il lupo, dunque, perde il pelo ma non il vizio: la “vecchia” abitudine di buttare via un tempo è ancora insita nel DNA rossonero. Gli uomini di Mihajlovic confermano di essere dei pazienti recidivi, ancora troppo deboli per uscire dal tunnel delle brutte dipendenze di inizio stagione. Anche la ricerca del bel gioco si prospetterà una caccia molto lunga. Dunque, anche per questa domenica, gli esteti del bel “giuoco” dovranno aspettare di soddisfare la loro voglia di bellezza.
Oggi l’ascensore ha invertito la marcia, da up a down. La batteria del Milan contro l’Udinese è parsa scarica. La macchina di gol rossoneri non è salita di giri, e anche Bacca, il suo cilindro più potente, non è riuscito a dar fuoco al motore rossonero. Il miracoloso Donnarumma ci ha provato a dare la scossa, i suoi miracoli, però, non sono bastati a mantenere la porta inviolata. Tuttavia, se nel primo tempo i giocatori di Mihajlovic sono stati subissati dai fischi, nel ripresa il Milan ha chiuso tra gli applausi. All’alba del secondo tempo la storia cambia: Kucka esce per Balotelli, Niang arretra a centrocampo e subito arriva il gol del francese che, ingaggiato da Bacca, trova un perfetto diagonale. Il finale è a senso unico: il Milan, infuriato come un toro a Pamplona, le prova tutte per trovare la vittoria, fino a che sarà il verdetto della traversa a dire di no a Bertolacci, vanificando così i sogni rossoneri.
Da San Siro ne esce un Milan con l’amaro in bocca, nella speranza che l’alchimia trovata da Mihajlovic sia ancora più solida dei precari equilibri della sua formazione.
Edoardo Colombo
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