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Non è un mobile Ikea, ma Vincenzo Montella ha comunque montato il nuovo Milan in 10 semplici mosse. Dieci ovviamente è una cifra convenzionale, ma il ragionamento, scrive La Gazzetta dello Sport, resta. Il Milan ereditato da Montella era letteralmente a pezzi, soprattutto moralmente. Inoltre il libretto d'istruzioni non gli è neanche stato dato, lasciandogli libero arbitrio. Sono passati tre mesi e questa squadra ha di nuovo una propria struttura, ma soprattutto è al secondo posto. Non significa che il Milan sia da Scudetto, ma che Montella ha grandi meriti. In Premier League si vota per l'allenatore del mese, se esistesse il premio in Italia l'Aeroplanino sarebbe il candidato numero uno. Ma ecco le dieci mosse:
LA MENTALITÁ - Esempio: Montella durante la settimana ha fatto giocare i suoi ragazzi a rugby. Di tattico c'era poco, era solo per fargli fare due risate. Il Milan arriva da anni di traumi, ecco perché lo staff sta lavorando moltissimo sulla testa. Nelle sessioni video Montella mostra le buone giocate, per lanciare un messaggio: tutti vi considerano una squadra normale, per noi siete da primi posti.
LA CAPACITÁ DI REAGIRE - Restiamo sempre nella testa dei giocatori. Il Milan ha vinto una partita chiave in rimonta, da 1-3, contro il Sassuolo. Contro il Chievo Verona dopo aver preso il gol del 1-2 ha resistito senza patemi. Non è banale. L'ultima rimonta risaliva a Frosinone dell'anno scorso. Vincere aiuta a vincere. Infatti per i rossoneri sono 5 risultati utili consecutivi.
IL GRUPPO - Il Milan vive praticamente in isolamento. Tutti gli allenamenti sono a porte chiuse per stampa, ospiti e anche alcuni tesserati. Serve per compattare il gruppo, per evitare distrazioni. Per questo ora c'è una squadra unita e la festa sotto la Curva a Verona è un chiaro segnale.
LA PRUDENZA - Il nuovo Milan è, sorprendentemente, molto prudente. Contro il Chievo ha concesso un'occasione e mezza. Non è una squadra scintillante, ma molto concreta ed equilibrata. Basta guardare Manuel Locatelli che, nonostante sia un giocatore più offensivo che difensivo, resta a protezione della difesa su esplicita richiesta di Montella. Ecco perché il Milan non si sbilancia quasi mai e riesce a gestire il ritmo, tenuto basso, del match. Giusto ripartire dalla fase difensiva, viste le difficoltà del Milan.
IL (NON) MERCATO - L'estate del calciomercato è stata complicata. Si è passati da nomi come Mateo Musacchio a giocatori molto meno costosi. Montella li ha accolti tutti, ma ha preferito continuare a puntare sulla vecchia guardia. Josè Sosa è l'unico che ha trovato un po' più di spazio, ma dopo essere partito titolare un paio di volte si è accomodato in panchina. Leonel Vangioni è un fantasma, così come Mario Pasalic. Gustavo Gomez è una riserva. Solo Mati Fernandez avrebbe delle possibilità, ma è infortunato. Titolari inamovibili sono Gabriel Paletta, Juraj Kucka e Carlos Bacca, che in estate hanno rischiato di andar via.
IL 4-3-3 - Montella ha scelto il 4-3-3 e ha tirato dritto. Anche questo è un merito: lavorare su concetti chiari. 8/11 della formazione della prima giornata contro il Torino è uguale a quella di domenica. Se ci fosse stato Bacca sarebbero stati 9/11. Lavorare con uomini ben definiti aiuta molto a migliorare.
SUSO E NIANG - A proposito di scelte di agosto: Montella ha individuato in Suso e M'Baye Niang i giocatori ideali per le sue fasce e ha preferito loro a qualsiasi altro tentativo. Senza mai cambiare. Un'altra scelta importante è stata Paletta, del quale si è fidato dall'inizio, complice l'infortunio di Cristian Zapata.
I RAGAZZI - In questo casi si parla di coraggio. Gianluigi Donnarumma è classe 1999, Locatelli è 1998, Alessio Romagnoli 1995, Niang 1994. Certo, non c'erano grosse alternative, ma bisogna sapersi buttare.
LA DIFESA A TRE - L'ultima mossa è proprio di due giorni fa: in fase di possesso il Milan si è messo con la difesa a 3: Paletta, Romagnoli e Mattia De Sciglio. Possibile che la trovata torni di attualità, anche per proteggere maggiormente Locatelli.
LA FORTUNA - Non sarà una mossa di Montella, questa, ma la fortuna è stata comunque un fattore. Montella ha dovuto affrontare un brutto infortunio per un giocatore importante come Riccardo Montolivo e una calendario molto complicato, con trasferte a Napoli e Firenze e avendo incontrato solo una delle ultime cinque, ma a Verona, per esempio, ha svoltato grazie a due giocate individuali. Poi, per chiudere il match, è servito un rimpallo. Serve anche quello per puntare all'Europa.
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