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Milan, per ora solo 4-3-3: porte chiuse a Honda e Lapadula

Vincenzo Montella Milan
Montella non vuole cambiare, preferisce mantenere il 4-3-3, invece di passare al 4-2-3-1. Questa situazione lascia chiusi fuori Honda, Lapadula e L.Adriano

Stefano Bressi

Dopo il match contro il Chiasso di sabato, a Vincenzo Montella è stata posta una domanda su un possibile passaggio al 4-2-3-1, da poter usare in caso di necessità e per cambiare un po' il Milan dopo l'infortunio di Riccardo Montolivo. La risposta è stata abbastanza chiara: "Non abbiamo le caratteristiche per poter giocare con il doppio mediano. Ne servirebbero quattro, a oggi non c'è Mati, non c'è Bertolacci..." Davanti alla difesa, effettivamente, potrebbero giocare Andrea Poli, Juraj Kucka, Manuel Locatelli e, forse, Mario Pasalic. Josè Sosa, invece, sarebbe perfetto come trequartista in quel sistema di gioco. La risposta di Montella, comunque, fa capire che il Milan era, è e resterà una squadra basata sul 4-3-3. Finora, infatti, ha giocato sempre così, secondo La Gazzetta dello Sport.

La continuità, comunque, ha funzionato. Inoltre il 4-3-3 del Milan è una stranezza: raramente i rossoneri hanno giocato con tre attaccanti in passato. Il Milan degli ultimi 30 anni è stato la squadra del 4-4-2 perfetto e copiato in tutto il mondo. Solo Alberto Zaccheroni ha avuto il coraggio di cambiare passando alla difesa a tre e ci ha vinto lo Scudetto più pazzo della storia. Carlo Ancelotti ha poi creato il rombo e successivamente l'alberello. Solo Filippo Inzaghi aveva deciso di giocare con il 4-3-3.

Questo scenario, comunque, non lascia contenti tutti: tra i più tristi sicuramente ci sono Keisuke Honda, Sosa, Luiz Adriano e Gianluca Lapadula. Il giapponese e l'argentino, infatti, agirebbero volentieri sulla trequarti, mentre Luiz e Lapa hanno un problema che si chiama Carlos Bacca. Nel 4-3-3 gioca una sola prima punta e i vari esperimenti sono falliti.

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