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Milan sempre più giovane e sempre più italiano

Manuel Locatelli Milan
Il Milan del match contro il Chievo aveva in campo cinque Under 23 e otto italiani. Per la gioia del presidente Berlusconi.

Stefano Bressi

È un baby Milan. Vincenzo Montella ha subito accettato l'incarico di accogliere i tanti giovani talenti rossoneri e di prendersene cura, facendoli crescere calcisticamente sotto la propria guida e protezione. Montella fa da tutore, visto che la famiglia del Milan al momento latita. Dopo la vittoria contro il Chievo né Sino-Europe Sports né Fininvest o il presidente Silvio Berlusconi hanno mandato un messaggio di congratulazioni per un secondo posto che appariva insperato. Eppure è stato proprio il Presidente, scrive il Corriere dello Sport, a volere fortemente questo Milan così giovane. Mentre se è vero che i futuri proprietari sono così attenti al business è strano che non facciano un applauso a questa cantera rossonera, che sta diventando tra le migliori d'Europa e quindi sicura fonte di reddito.

Ma Montella è stato bravo. L'Aeroplanino ha dispensato ovatta a Milanello, così da isolare la squadra dal mondo esterno. I giovani rossoneri hanno intenzione di stupire, sempre di più. Il Chievo era la squadra più esperta della Serie A, ma il Milan ha presentato ben cinque Under 23: Gianluigi Donnarumma, Alessio Romagnoli, Manuel Locatelli, M'Baye Niang e Suso. Oltre a questo dato ce n'è un altro piacevole: su 11 giocatori, 8 erano italiani. Ai tre piccoli campioni sopra citati vanno aggiunti Ignazio Abate, Mattia De Sciglio, Gabriel Paletta, Giacomo Bonaventura e Gianluca Lapadula. Montella ha amalgamato in pochissimo tempo un gruppo di calciatori che solo l'emergenza societaria e un mercato di austerità ha potuto far incontrare a Milanello.

Bravo Montella, sicuramente, ma c'è da dire anche che mentre in Cina si festeggiava l'acquisto dell'Inter in stile hollywoodiano, a Milanello si concretizzava un progetto più semplice e non scontato vista la storia di Berlusconi al Milan: il fai da te. Un bricolage avventuroso, a volte schizofrenico, dove Montella si è adattato a ciò che non c'era. Ingannato prima dalle apparenze (Nicholas Gancikoff), poi incuriosito dalle assenze (Marco Fassone), ma sempre rassicurato dalle presenze (Adriano Galliani) il tecnico ha buttato la lista dei desideri fatta a luglio, ma anche quella degli effettivi acquisti di agosto, facendo di necessità virtù. Il risultato è un Milan secondo in classifica, dopo otto giornate e tre anni di anonimato. Almeno stavolta la Juventus non penserà di dover affrontare un allenamento a San Siro sabato sera.

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