Ieri sera, allo stadio 'Olimpico' di Torino, in occasione della semifinale di andata di Coppa Italia. Nonostante le due categorie di differenza tra rossoneri e grigi, l'Alessandria ha dimostrato di sapere stare bene in campo, avere dei concetti di gioco ed un'identità tattica.
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MILAN senza gioco, ma Mihajlovic scopre le sovrapposizioni
Con questi ingredienti, infatti, ha ricordato 'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina, la squadra di Angelo Adamo Gregucci aveva fatto fuori dalla Coppa Italia la Pro Vercelli, il Genoa, il Palermo ed infine lo Spezia. Anche ieri, fino a che ha avuto fiato, l'Alessandria ha cercato di non far divertire il Milan. Riuscendoci.
Più per demerito, forse, dei rossoneri di Sinisa Mihajlovic, che hanno dovuto puntare sulla resistenza fisica per avere la meglio, alla lunga, sui meno quotati avversari: Luca Antonelli, grazie alla sua spettacolare cavalcata sul versante mancino, si è guadagnato il calcio di rigore che ha deciso la partita. Proprio la sovrapposizione dei terzini sulle fasce, ha fatto notare la 'rosea', è stata la chiave del gioco offensivo del Milan: sia lo stesso Antonelli sia Mattia De Sciglio si sono proposti spesso, aiutati anche dal fatto che Keisuke Honda a destra, e Kevin-Prince Boateng a sinistra, non proprio due esterni di ruolo, tendevano ad accentrarsi appena possibile lasciando ai laterali di difesa un'autostrada per i propri inserimenti dalle retrovie. Alla fine, mentre De Sciglio è risultato comunque il peggiore del Milan per numero di palle perse in 90' (ben 27), Antonelli è stato quello che ha creato il maggior numero di occasioni e quello che ha vinto più contrasti.
Chi si aspettava, però, qualcosa di più dal punto di vista del gioco del Milan, è rimasto deluso. Rossoneri pieni di paure ed incertezze, e Sinisa Mihajlovic, durante e dopo la partita, è sembrato turbato: la squadra è apparsa molle, senza idee e spesso fin troppo supponente. Si spiegano soltanto così le 156 palle perse in totale ed i 104 passaggi negativi nell'arco dei 90' di gioco. Il baricentro del Milan, secondo i numeri propinati da 'La Gazzetta dello Sport', è stato troppo basso; sono stati intercettati meno palloni rispetto all'Alessandria, e, addirittura, sono stati effettuati la metà dei cross (6 contro 13). Così non va.
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