C'era una volta il Milan, , quello che, dal 1986 al 2002, circa, grazie a delle finanze più floride ed all'appeal che la Serie A vantava sui calciatori di tutta Europa, acquistava semplicemente il meglio sul mercato. Il primo Milan di Berlusconi era quello che portava in Italia campioni del calibro di Marco Van Basten, Frank Rijkaard e Ruud Gullit, nel periodo migliore della loro carriera, e che, con il passare del tempo, dopo aver incrementato il proprio palmares, ha investito su fenomeni del gioco del calcio quali Zvonimir Boban, Dejan Savicevic, Roberto Baggio, Manuel Rui Costa, Clarence Seedorf, Andrea Pirlo, ma anche baluardi della difesa come e partner di reparto di Paolo Maldini, ideale trait d'union tra le due epoche.
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MILAN, si cambia rotta: è la volta buona?
Poi, in questi ultimi anni, con l'impegno sempre più oneroso del Presidente in politica, compreso qualche guaio giudiziario di troppo, e la spending review operata dalla società in materia di costi di cartellini ed ingaggi dei propri calciatori, abbiamo assistito ad un altro Milan, una squadra che sì, nel corso del tempo, ha centrato qualche ottimo colpo 'low cost' rivelatosi poi un craque del mercato (si vedano, quali fulgidi esempi, , o ), o investito su qualche calciatore di talento (22 milioni pagati nel 2007 all'Internacional de Porto Alegre per Alexandre Pato, 24 al Barcellona nel 2010 per Zlatan Ibrahimovic e al Manchester City nel 2013 per Mario Balotelli), ma che, nella maggior parte dei casi, ha incentrato il proprio mercato sui giocatori in prestito, in scadenza di contratto e/o piuttosto avanti con l'età. Per un periodo, infatti, al Milan sono arrivati molti ultratrentenni, calciatori che già avevano fatto il loro tempo (Redondo, Rivaldo, Vikash Dhorasoo, Fernando Torres), che non hanno lasciato chissà quale traccia indelebile nella storia dlela società rossonera.
, come in occasione degli arrivi di Mark Van Bommel, Diego López o Alex, ma, di certo, la società non avrebbe potuto continuare su questa linea. Non si può costruire un roseo futuro se non si comincia ad investire sui giovani. Per tornare grande, il Milan ha bisogno di ripartire dalle basi, dal settore giovanile, quella 'cantera' che, tra gli anni Ottanta e Novanta, aveva costituito l'ossatura della fenomenale squadra di Arrigo Sacchi prima e Fabio Capello poi. La società di Via Aldo Rossi, negli ultimi anni, aveva già cominciato ad investire ingenti risorse nelle giovanili, , ora coadiuvato da Mauro Tassotti, osservatore per i rossoneri in prestito in giro per l'Italia: nelle ultime sessioni di calciomercato, poi, è arrivato il diktat del Presidente Berlusconi, che ha chiesto di indirizzare le risorse economiche profuse per il rafforzamento del Milan sui giovani. Meglio se italiani. Con Stephan El Shaarawy, scaricato forse troppo presto al Monaco prima ed alla Roma poi, e con Mattia Destro, per citare due esempi, non è andata proprio benissimo, in grado di poter garantire ai rossoneri una squadra solida, competitiva e vincente, nel futuro prossimo e, perché no, anche nel presente.
Già in questa stagione, infatti, su 28 elementi della prima squadra, ben 8 sono Under 21: Mihajlovic ha avuto il merito di lanciare titolare il 16enne nonostante la giovanissima età; si è imposto per riavere a disposizione Alessio Romagnoli, classe 1995, che lo sta ripagando partita dopo partita, ed è già leader della retroguardia milanista dopo appena metà stagione in una grande squadra; ha ritagliato spazi importanti nell'undici titolare al terzino Davide Calabria, ha promosso a pieni voti dalla Primavera , passato agli Orlando City ed infine ha valorizzato come meglio non avrebbe potuto il 21enne attaccante francese M'baye Niang, il quale sembrava non essere in grado di centrare la porta e che invece, nel Milan di quest'anno, è divenuto insostituibile al pari di Carlos Bacca. Senza dimenticare i giovanissimi Stefan Simic e José Mauri, che, ne siamo certi, troveranno presto il loro spazio nel nuovo corso rossonero.
Il calciomercato estivo 2016, tra l'altro, potrebbe portare al Milan una nuova, auspicabile, ventata di gioventù, grazie ai possibili acquisti dell'esterno offensivo dell'Ajax, , del centrale difensivo del River Plate : un cambio di rotta auspicato, tanto in società quanto dai tifosi, i quali non vedono l'ora di poter applaudire in campo un Milan vivo e fresco, che possa aprire un nuovo ciclo, il terzo dell'era Berlusconi, intenzionato a non mollare di un centimetro per riportare il suo Milan sul tetto d'Italia, d'Europa e del Mondo.
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