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Milan, tra cessione societaria e incertezza tecnica: il punto

Silvio Berlusconi Milan
Sono ore delicatissime per il Milan. Fininvest tratta la cessione, ma emergono nuovi nomi e problemi. Intanto sul fronte allenatore tutto tace

Redazione

Una stagione chiusa nel peggiore dei modi con la sconfitta in Coppa Italia e il settimo posto conquistato dopo un finale di campionato imbarazzante che ha sancito l’ennesima assenza del Milan dalle coppe europee. A cui si aggiunge il fatto che il futuro della società, insieme a quello del prossimo allenatore, al momento è indecifrabile. Il Milan al momento è nella fase più delicata dei suoi ultimi trent’anni e questo non gioca a favore dei tifosi che si sentono sempre più traditi e presi in giro dalla società, la vera responsabile di quest’altra stagione sciagurata. Nelle ultime ore pare siano emerse piccole tensioni tra Berlusconi e il gruppo cinese che ha offerto 700 milioni per la maggioranza del Milan (con debiti). Tensioni dovute al fatto che il patron rossonero vorrebbe essere sicuro di non lasciare il club nelle mani sbagliate.

Silvio Berlusconi ha chiesto ai cinesi di rimanere presidente del Milan per i prossimi tre anni e questo ai cinesi, stando a quanto detto dall’ex Premier,questa proposta non sembra piacere particolarmente. Berlusconi cederebbe il 70% del Milan al gruppo cino-statunitense a patto di rimanerci per altri tre anni, seppur come socio di minoranza e con scelte limitate. I cinesi, che una volta entrati in società garantirebbero a Berlusconi , pare non abbiano visto di buon occhio questa clausola che il patron del Milan vorrebbe inserire nella trattativa esclusiva. Gli azionisti, infatti, vogliono comprare il restante 30% nell’arco di 18 mesi per diventare a tutti gli effetti proprietari unici del club, ma con una buona maggioranza in mano e dei giusti intermediari potrebbero accettare questo interregno dell’attuale Presidente rossonero che, alla fine, durerebbe solo un triennio.

Sull’identità di questo gruppo ancora fantasma, arrivano conferme sul colosso Evergrande di cui fa parte anche Jack Ma, secondo uomo più ricco della Cina con un patrimonio stimato intorno ai 23,2 miliardi di dollari e proprietario del noto motore di ricerca Alibaba. Non è chiaro se nell’affare ci sarebbe solo Jack Ma, anche se nelle ultime ore sono arrivate ulteriori conferme su un secondo nome circolato settimane fa, quello di , magnate cinese ben inserito nel mondo dello spettacolo e di internet: patrimonio netto 14,3 miliardi di euro. Nei prossimi giorni Fininvest incontrerà il gruppo di Sal Galatioto, advisor della cordata cinese, per capire quali sono i veri nomi che entrerebbero nella società. Far chiarezza sui singoli investitori e capire le reali intenzioni di questi magnati, pronti ad investire ulteriori cifre anche sul calciomercato: si parla di circa 200 milioni di euro extra per tre top-players.

Per quanto riguarda il nuovo allenatore del Milan, verrà ufficializzato solo dopo il 15/20 giugno, ma è ipotizzabile che già nei prossimi giorni, se gli ultimi incontri tra le parti dovessero andare nel verso giusto, si dovrebbe arrivare ad una scelta. I cinesi caldeggiano il nome di , che piace molto anche ai tifosi rossoneri, mentre Berlusconi confermerebbe Cristian Brocchi, a cui non piace molto alla cordata cinese per la sua inesperienza. I nuovi investitori hanno, però, un piano ben preciso: ripartire dai giovani, e quindi Donnarumma, Romagnoli, De Sciglio e Calabria, investendo su tre giocatori di caratura internazionale per ridare al Milan quella qualità di cui ha bisogno. Il primo nome sulla lista dei cinesi è quello di Mehdi Benatia, difensore in uscita dal Bayern Monaco con un prezzo che oscilla sui 25 milioni di euro. Il piano d’azione di questo gruppo potrebbe convincere Silvio Berlusconi a cedere la maggioranza senza ripensamenti dell’ultimora. Perchè, arrivati a questo punto, sarebbe la cosa più giusta da fare. Per il bene del Milan.

Ruggero Daluiso

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