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In questi giorni, in casa Milan, con la squadra di impegnata nel tentativo di ritornare al sesto posto dopo il sorpasso subito dal Sassuolo, tengono banco più che altro le vicende societarie. Silvio Berlusconi, per sua stessa ammissione , ha dichiarato di aver messo in vendita il Milan da oltre un anno, e come sia sua volontà quella di “lasciarlo in mani sicure, ”. Soltanto che, per ora, le offerte più concrete per l'acquisizione delle quote del club di Via Aldo Rossi sono giunte, purtroppo per il Presidente, soltanto dalla ricca Cina, con l'advisor italo-americano a farsi garante di , debiti compresi, e la promessa di un rilancio in grande stile del Diavolo caduto in disgrazia.
Nel turbinio di rumors, indiscrezioni e sensazioni , però, non può non balzare all'occhio un fatto: , al secolo Bee Taechaubol, broker thailandese che, sin dall'aprile 2015, si era fatto avanti quale punto di riferimento di una cordata di imprenditori orientali pronti (?) ad entrare in società con Berlusconi. Mister Bee è stato più volte in Italia, ad Arcore, nella villa dell'ex Premier, per portare all'attenzione del Presidente rossonero la propria offerta: 480 milioni di euro in contanti per l'acquisto del 48% delle quote societarie, con ingenti risorse per il calciomercato, ed un piano ben dettagliato di espansione del brand A.C. Milan sui mercati asiatici, con futuro sbarco del club sulla borsa di Hong Kong. Un progetto, questo, che aveva stimolato gli appetiti di Berlusconi, arrivato finanche a dichiarare, dopo aver firmato con lo stesso Mister Bee, nel giugno 2015, un accordo preliminare per la cessione delle quote societarie della sua creatura, come la firma non fosse null'altro che una formalità.
Da quasi un anno a questa parte, però, alle buone intenzioni espresse dal broker thailandese non hanno fatto seguito azioni concrete. Anzi. Bee si è recato più volte successivamente in visita da Berlusconi, e chiedendo al patron rossonero di pazientare. La crisi che ha investito i mercati orientali (questa la giustificazione ufficiale del thailandese) aveva infatti frenato le volontà di investimento della Citic Bank, la banca del Governo cinese, e fatto ritirare dalla maxi-operazione la ADS Securities, società di brokeraggio finanziario di Abu Dhabi. Ergo, di quei 480 milioni promessi la quasi totalità si era dissolta in un amen.
Nel frattempo, ha preso corpo la cordata cinese rappresentata da Sal Galatioto, dietro la quale, pare, si celino imprenditori del calibro di , Presidente e fondatore di 'Alibaba Group', leader nel settore dell'e-commerce in Oriente ma non solo, e , colosso immobiliare già comproprietario della squadra di calcio di Guangzhou. Conglomerata di imprenditori, questa, che ha fatto passi da gigante, con i vertici di Fininvest, per l'acquisizione del Milan
E mister Bee, in tutto questo che fa? Muto, sparito, desaparecido, neanche fosse un avversore del Governo nei paesi sudamericani tra gli anni Settanta ed Ottanta. Qualora fosse stato realmente interessato ad entrare in pompa magna nel calcio italiano, e nel Milan, come più volte assicurato da lui stesso , avrebbe sicuramente tentato di rilanciare dinanzi l'imperiosa ascesa della cordata cinese. Invece, mister Bee è scomparso: la sua voce non si sente da mesi, la volontà di riportare il Milan nuovamente sul tetto del mondo sembra essersi dissolta come neve al primo sole primaverile, e di quell'accordo preliminare, , non se ne ha quasi più memoria.
La mancata replica di Bee, verbale e concreta, alle trattative per cedere il Milan ai cinesi spalanca la porta al più legittimo dei dubbi: che il suo ingresso in scena fosse semplicemente un bluff? Il misterioso caso di Bee Taechaubol rischia di divenire, ironicamente parlando, un episodio di 'Chi l'ha visto?': il Milan, con tutta probabilità, e salvo colpi di scena, farà registrare delle novità societarie, ma, difficilmente, recheranno più in seno i colori della bandiera thailandese.
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