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Montella: “Arrabbiamoci, reagiamo e smentiamo chi ci boccia”

Stefano Bressi

Montella esce allo scoperto. Spera in una reazione di rabbia della squadra. Nello spogliatoio sono stati appesi i voti dei giornali, che bocciano il Milan.

È alla ricerca della rabbia, Vincenzo Montella. L'Aeroplanino vorrebbe trasmettere ai propri giocatori la voglia e la grinta che aveva e ha lui. Spera in una reazione della sua squadra, dettata dalla rabbia, dalla voglia di smentire chi è convinto che il Milan sia già fuori da ogni gioco. Nello spogliatoio i giocatori potranno in ogni momento leggere tutti i commenti e giudizi negativi maturati in questi mesi. La speranza è che presto non serva più.

Montella ha parlato al Corriere dello Sport di tanti temi, ecco le sue parole: "Sono soddisfatto di come stanno andando le cose. Abbiamo posto delle basi importanti anche se ci vuole del tempo per ottenere certi risultati. La rabbia che deve caratterizzare la carriera di un calciatore manca un po' a questo gruppo. Io da attaccante mi sono sempre imposto di avvertire il desiderio di rivalsa verso qualcosa, verso qualcuno. Questo atteggiamento ti fa dare il meglio. Io avevo sempre un senso di rivalsa verso l'allenatore, per esempio. Per me era uno status0 importante. A volte, invece, era verso il mio competitor. Tutto questo va fatto sempre nel rispetto dei ruoli. Ma un certo atteggiamento serve. La rabia va allenata. Lo spirito di rivalsa devi crearlo nei confronti dei nemici veri o presunti. Spesso e volentieri il primo nemico che rischi di avere sei te stesso se non sei contento di quello che hai fatto. Sono convinto questa sia una strategia giusta, non mi piace chi si accontenta. Io ho tirato una borraccia a Capello, ma è stato un gesto di rabbia non dettata solo dal momento, c'era dell'altro... Comunque se lo facessero a me e fosse giustificato da buone motivazioni e argomentazioni importanti, lo accetterei... Voglio che i miei calciatori si rendano conto di cosa si scrive di loro. Ho chiesto che mi vengano consegnate tutte le valutazioni insufficienti fatte dai giornali per stamparle e farle vedere ai diretti interessati. Verranno messe a Milanello, sarà questo un elemento molto motivante, molto di più di quello che loro stessi credono. Dimostreremo di saper essere gruppo. C'è davvero la possibilità di ottenere qualcosa di positivo da questa squadra, c'è un terreno fertile dopo si può seminare. I giocatori che ho a disposizione sono i migliori, possono fare bene e lo stanno facendo intravedere... Devo ammettere che la situazione del mercato è stata resa complicata e difficile da vari fattori. Non era così facile lavorare in un contesto imprevedibile come quello che si è venuto a creare. In questo Milan ci sono comunque giocatori che possono fare di più di quello che hanno fatto finora. Fra questi anche Suso, Lapadula, Sosa... C'è materiale su cui lavorare. L'assenza di Gancikoff la dice lunga sulle difficoltà che ha avuto il Milan. È stato difficile fare mercato per Galliani, quella che poi è diventata un'assenza tutti la davano per presenza certa. È un mercato un po' diverso rispetto a quello che si aspettava la società. Io ho iniziato da allenatore giovanissimo, alla Roma, quando c'era Unicredit. So come ci si comporta. So stare al mio posto. Né sono stato contattato, né ho contattato. Con Mati Fernandez c'è sempre stato un rapporto splendido, anche sul piano personale, fin da quando siamo stati insieme alla Fiorentina. Non lo smentisco. Io l'ho convinto con una telefonata? È probabile che mi abbia chiamato anche lui, più volte di quanto ho fatto io. Desiderava venire al Milan, mi ha convinto lui. Mi dispiace per il Cagliari, ma da parte nostra non c'è stato nessun ostruzionismo. Mati Fernandez è un giocatore dinamico, sa giocare palla al piede, è abile nello stretto, ha caratteristiche un po' diverse dagli altri centrocampisti. Mi fa piacere riscontrare fiducia in tutti gli ambienti. Non c'è nessuna forzatura da parte mia. Questa situazione non mi spaventa, anche se può essere un'arma a doppio taglio. Non bisogna solo avere fiducia in me, ma anche nei miei calciatori. Dobbiamo migliorare ancora molte cose, come la fase difensiva. Occorre avere più malizia e scaltrezza in campo come dimostrano le espulsioni di Kucka e Niang contro il Napoli. L'obiettivo minimo è di migliorare quanto fatto in passato. Dobbiamo diventare un gruppo sempre disposto a migliorare con il lavoro e sacrificio. L'obiettivo vero e concreto è rappresentato dalla zona Europa League. È complicato anche per la qualità dei nostri avversari. Sono contento di allenare il Milan, ci sono ancora notevoli margini di miglioramento. Ho pensato di costruire qualcosa per non confondere i calciatori e ho puntato sul 4-3-3. L'evoluzione esiste sempre per una squadra. La base, però, resta questa. Bisognerà comunque migliorare. Sosa ha dato la propria disponibilità a giocare davanti alla difesa, ma ci vorrà tempo. C'è Locatelli che è un ragazzo giovane. Quello di regista è il suo ruolo, ma è difficile dargli la responsabilità di guidare la squadra in quella posizione di campo. Pasalic è abituato a giocare a due in mezzo al campo, ha meno dinamicità, è un calciatore diverso. Comunque è già positivo girarsi verso la panchina e vedere qualcuno in più da utilizzare. Credo che Bacca sia un attaccante di caratura internazionale. Deve essere sfruttato per quelle che sono le sue caratteristiche. A Napoli era difficile giocare da centravanti, era complicato aprire la difesa del Napoli. Però ha allungato la squadra e questo ha giovato a Niang e Suso, che sono andati in gol. Bacca è sempre e comunque utile. Penso sia fondamentale mettere i migliori giocatori in grado di rendere al meglio. Io credo più nei calciatori che nel modulo di gioco. Bisogna segnare, per Bacca parlano i numeri".

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