Il Milan esce ancora una volta sconfitto da San Siro, stavolta contro l'Udinese. Di certo non è bello sentire i tifosi che nel lasciare lo stadio fanno battute del tipo: "Tanto tra poco cambia il regolamento della Champions, forse così ci torniamo". Questi commenti, però, sono motivati: negli occhi dei tifosi c'è il vecchio Milan, quello dell'ultimo anno e mezzo. La squadra è spenta, a tratti ferma. Questo è anche peggio dei fischi, che in realtà non sono stati neanche tanti. Forse perché il pubblico si è ormai rassegnato all'esistenza di giornate come quella di ieri, scrive La Gazzetta dello Sport. Dopo tre partite i benefici che inizialmente aveva portato la cura di Vincenzo Montella sembrano essere parzialmente svaniti. Se contro Torino e Napoli i rossoneri avevano dato la sensazione di sapere esattamente cosa fare e soprattutto di divertirsi nel farlo, ieri la sensazione è stata quasi opposta. Possesso palla sterile e tanti lanci lunghi. I centrocampisti si pestavano i piedi (Sosa e Montolivo) e Giacomo Bonaventura non ha mai saltato l'uomo. Magari sarebbe servito fare entrare prima Gianluca Lapadula.
archivio2016
Montella duro: “Per vincere serve più rabbia”
L'obiettivo adesso è quello di far sì che questo non si ripeta e rimanga un episodio isolato. Le basi gettate in precedenza sono ottime e bisogna ripartire da lì. Questo è un campanello, ma non un grido d'allarme. Due sconfitte in tre partite pesano, ma per la trasformazione che Montella vuole fare serve molto tempo. Finora l'impronta si è vista in modo molto chiaro. A fine match si è presentato ai giornalisti con una faccia sconvolta, la sconfitta deve essere stata una bella botta anche per lui: "C'è amarezza perché avevamo iniziato bene, ma poi serve avere il guizzo e magari un po' di fortuna. Invece così è stata una beffa. Si poteva far meglio nell'uno contro uno sugli esterni, non siamo stati veloci nella costruzione e l'Udinese si è chiusa. Ci sono mancati i giocatori abili nel breve, che erano fuori. Senza Niang c'è qualche soluzione in meno. Dovevamo comunque fare di più, invece ci siamo adattati e adagiati al ritmo della partita. È stato un errore molto grave. Testa e gambe viaggiano sempre insieme. È stato un passo indietro e fa male, ma è stata una sconfitta immeritata. Abbiamo fatto poco per vincere, ma quando è così bisogna pareggiare. Io resto comunque ottimista, sono stato scelto per risolvere problemi e lavorare su un sistema di gioco, non per trovare alibi. Ora ci metteremo più forza e rabbia".
LEGGI ANCHE
TI POSSONO INTERESSARE ANCHE:
SEGUICI:
© RIPRODUZIONE RISERVATA