L'esperienza di Vincenzo Montella a Firenze è cominciata con una vittoria in rimonta contro l'Udinese, l'ultimo avversario affrontato dai viola, grazie a una doppietta di Stevan Jovetic, che in estate è stato vicino al trasferimento. Adesso, però, Montella è il tecnico del Milan e domenica tornerà all'Artemio Franchi da avversario. Tra i rossoneri c'è anche un altro grande ex: Riccardo Montolivo. La storia di Montella a Firenze è piena di contraddizioni, scrive La Gazzetta dello Sport: abitava in uno dei palazzi più belli del centro e faceva tappa fissa a un ristorante di Borgo Ognissanti, ma non era molto integrato in città. La squadra, però, seguiva alla lettera le sue indicazioni, tanto che si iniziò a parlare di Fiorentina sul modello Barcelona. Il rapporto umano con i giocatori, tuttavia, appariva meno forte. Quando però, dopo un'eliminazione dalle semifinali di Europa League, ci fu da difendere la squadra, Montella alzò la voce e si mise contro tutti. Tutti. Montella se la prese con i tifosi che avevano fischiato e deriso, sottolineando che probabilmente allora non conoscevano la loro vera dimensione. Sulla competitività della rosa Montella insistette molto e per i Della Valle era un modo per dubitare delle ambizioni della proprietà. Tanto è vero che tra le motivazioni dell'esonero si parla di rapporto fiduciario. Anche la modalità di esonero è una contraddizione: per Montella arrivò via email, mentre Della Valle etichettò le parole del tecnico come stupidaggini.
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Montella e Montolivo tornano a Firenze per trovare l’Europa
Nel giorno in cui è presentato in rossonero Montella ha detto che a Firenze ha raccolto le più grandi soddisfazioni da allenatore, centrando sempre l'Europa e sfiorando la Champions League, oltre a una finale di Coppa Italia e una semifinale di Europa League. L'obiettivo è quello di, quantomeno, replicare i successi viola. L'inizio è simile: Montella arrivò a Firenze dopo una stagione triste e senza entusiasmo, idem al Milan. Adriano Galliani ha confessato che Montella sarebbe potuto andare al Milan già due anni fa, ma non c'erano le condizioni. L'Aeroplanino in panchina portava sempre la faccia concentrata. Solo una volta ha esultato davvero: gol di Babacar all'ultimo secondo a Kiev. Gesto insolito, ma in quel momento spontaneo. Eppure, quando è tornato la prima volta da avversario, Montella è stato accolto con grandi applausi.
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Molto diverso sarà il bentornato che sarà riservato a Montolivo. Da sempre, sul braccio di Riccardo pesa la fascia da capitano. A Firenze era un leader, che scelse, secondo i maliziosi, di prender tempo per poi annunciare che non avrebbe rinnovato il contratto a causa di un ambiente mutato in peggio. Le modalità di addio non sono state particolarmente indovinate e anche per questo si è sempre beccato i fischi. Al Milan la fascia pesa di nuovo. Montolivo è il rappresentante di una squadra che da tre anni non porta a casa neanche l'obiettivo minimo. Lui illumina a intermittenza, ma anche quando le cose sembra vadano meglio ormai il pubblico di San Siro mugugna a prescindere. Alla fine anche lui sa che il pubblico rossonero è esigente, ma che se a qualcuno non piacerà mai dovrà farsene una ragione. Galliani ha confessato che spesso, però, Montolivo soffre nel ricevere critiche il più delle volte ingenerose, un po' la stessa cosa che capita all'a.d. Il capitano, comunque, ha sempre detto di preferire che il pubblico si concentri su di lui e non sui compagni. Un altro argomento delicato è stato il rinnovo triennale firmato qualche mese fa. In ogni caso, il ritorno al Franchi non sarà una novità. Già varie volte ha rimesso piede a Firenze da avversario, ma ogni volta la storia non cambia. Spesso c'è stata anche tanta ironia, con la Fiorentina che gravitava in zona Europa e il Milan molto più in giù. Adesso Montolivo non vuole fallire ancora e ha definito il match una partita-chiave per raggiungere l'obiettivo europeo.
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