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Montella non è soddisfatto: ecco dove si può crescere

Vincenzo Montella Milan
Ottima vittoria ad Empoli ma Montella vuole di più. Ecco dove e come il Milan può e deve ancora migliorare

Redazione

Nonostante i 29 punti raccolti in 14 giornate e il secondo posto in classifica a soli 4 punti della capolista Juventus, Vincenzo Montella ritiene che il suo Milan abbia ampi margini di miglioramento e stimola la squadra a fare meglio.

Al termine dell’incontro con l’Empoli, vinto per 4 a 1, il tecnico campano ha preferito dedicarsi, contrariamente a quanto accaduto nel post-derby, al bicchiere mezzo vuoto, sottolineando la necessità di ambire a costanti miglioramenti, sia durante l’allenamento sia durante la partita. È chiaro come a Montella non sia piaciuto l’atteggiamento tenuto dal Milan nel primo tempo di Empoli: pigri e insicuri, poco continui e soprattutto poco convinti, i rossoneri vengono pungolati dal tecnico nell’intervallo che li invita a dare il meglio di sè nella ripresa.

La svolta avviene, ma è evidente come questa indolenza che affligge costantemente il Milan nei primi tempi sia difetto da correggere quanto prima. Non a caso, a fronte delle 25 reti realizzate in queste primo terzo di campionato, ben 18 sono  state messe a segno nella seconda frazione di gioco. Di queste, 13 reti sono maturate tra il 46’ ed il 75’, evidentemente durante il momento di massimo sforzo tecnico e fisico.

Ciò dimostra chiaramente come il Milan non abbia problemi dicondizione atletica né soffra di particolari lacune tecniche: l'abilità nel colpire gli avversari nel momento topico della partita e di finire il match in crescendo è sintomo di buona condizione fisica e della validità di soluzioni offensive che consentono di arrivare in porta  con discreta facilità.

I rossoneri nella ripresa volano, e spesso succede (si vedano in proposito gli andamenti dei match contro Sassuolo, Palermo, Inter ed Empoli) dopo aver incassato uno schiaffo dagli avversari. Pigrizia e svogliatezza intorpidiscono i rossoneri i quali, ridestati dal rovescio subìto, si riversano nella metà campo altrui  e ribaltano le sorti del match a proprio favore. Ma come migliorare? Bene ha fatto Montella a spronare i suoi nel mostrare più convinzione nei propri mezzi, evidentemente puntando sull’aspetto mentale: servono chiaramente  più sicurezza e determinazione nell’approccio alla gara, facendo leva sulle qualità dei singoli in fare offensiva, sull’orgoglio dei senatori e sulla freschezza dei numerosi giovani in campo. Tuttavia, in attesa che il gruppo superi i suoi propri limiti caratteriali, qualche accorgimento tattico potrebbe aiutare la squadra a mostrare più continuità senza dover necessariamente concentrare lo sforzo nei secondi tempi.

Due possibili soluzioni, in attesa di rinforzi dal mercato di gennaio. La prima, cercare il più possibile, una volta risolti gli infortuni, di costruire un centrocampo per ragionare e aumentare il possesso palla, spesso lasciato, più per necessità che per scelta, agli avversari. Un maggior tasso tecnico, garantito da Manuel Locatelli, Mati Fernandez, Giacomo Bonaventura (questi ultimi ora infortunati, ndr), consentirebbe già dalle prime battute di gara una maggior presenza e personalità nella metà campo avversaria. La seconda, frutto della passione infinita del presidente Berlusconi per il 4-3-1-2 ma da tenere in considerazione, in attesa del pieno recupero della condizione atletica di M'baye Niang e Jurai Kucka: affiancare l’eccellente Suso allo scatenato Gianluca Lapadula, sfruttando le qualità di Bonaventura da mezz’ala così da avere un centrocampo più folto che non soffra le sortite avversarie come accade di sovente.

Enrico Maggioni

 

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