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Montolivo, insidie sventate. Ora è più libero e si riprende il Milan

Stefano Bressi

Montolivo sembra essere rinato, grazie all'ottimo lavoro svolto da Montella. Il capitano rossonero arriva da ottime prove e sembra poter migliorare ancora.

Non ha mai mollato, Riccardo Montolivo. Le critiche non l'hanno mai turbato più di tanto. Eppure il pubblico di San Siro con lui non è mai stato particolarmente docile e quando i fischi arrivano dal tuo pubblico non è mai facile. Uno spirito da filosofo, quello di Montolivo. Perché non solo non si è fatto abbattere, ma ha mostrato anche una certa indifferenza, quando al termine di Milan-Lazio ha detto di essere assolutamente consapevole di non piacere a molti e di sapere che probabilmente non gli piacerà mai, ma gli ha consigliato di farsene una ragione, perché il campo lui non lo lascia mai. Prima del match, alla lettura delle formazioni, per lui erano piovuti fischi. Tuttavia il capitano ha dosato bene le parole e non ha scatenato polemica.

Montolivo sa bene come funziona il mondo del calcio, ormai. Ragion per cui, scrive La Gazzetta dello Sport, è consapevole che essere il capitano di uno dei Milan più brutti della storia di certo non aiuta, anzi. Sa anche che per riconquistare i tifosi servirà fare risultati e buone prestazioni. Gli ultimi 180' hanno cambiato le prospettive. Prima del match contro la Sampdoria il futuro di Riccardo appariva scuro: Vincenzo Montella aveva lasciato intendere che nessuno era intoccabile (dimostrandolo con l'esclusione di Bacca) e lui sembrava uno dei primi a dover essere sacrificato. L'ottimo avvio di Josè Sosa non aiutava e la possibilità che l'argentino lo rimpiazzasse era concreta. Non solo, Manuel Locatelli scalava le gerarchie molto rapidamente. Montolivo, però, nei due match successivi, ha cambiato marcia. Due ottime prove con Lazio e Fiorentina e la possibilità, quando entra Locatelli, di avanzare di qualche metro.

Certo, ancora non si è assistito a una prestazione da 8, ma i miglioramenti sono parsi evidenti: maggiore rapidità di esecuzione, più mobilità, buone giocate. Eppure al Franchi il Milan ha avuto solo il 38% di possesso palla, quindi per uno come lui era ancora più difficile far bene. Chissà come renderebbe con una mediana diversa. Per adesso, però, si deve adattare e cedere il proprio posto a un diciottenne che scalpita. Così, però, può tornare a fare la mezzala e, a tratti, il trequartista. È successo in entrambi gli ultimi match e lui pare esserne piuttosto soddisfatto. Dice di essere più libero e di poter anche sfiorare la rete in qualche occasione. L'ultimo risale al 2014. Dopodiché i numeri celebrano altre caratteristiche: l'anno scorso è stato il terzo miglior recupera palloni. Non esattamente la sua dote migliore.

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