È rivoluzione in Champions League. Quattro squadre qualificate direttamente alla fase finale per ogni grande campionato; alcune squadre qualificate, eventualmente, per meriti storici; nuovo ranking e sorteggi protetti. Non è la Superlega, ma dal 2018 si potrà assistere a una SuperChampions. Ci saranno più top club e meno piccole. Non ci sono i tempi tecnici per una Superlega, significherebbe moltiplicare le partite. Trovare un compromesso tra la UEFA e i club è però inevitabile. Quindi: la struttura rimarrà quella classica con 32 squadre qualificate e 8 gruppi, ma a cambiare saranno i criteri con cui si qualificheranno i club. Il "posto fisso" in stile NBA, come sognato da alcuni top club è impossibile da realizzare, ma così ci si avvicina molto. Le trattative sono in corso da mesi e si pensa di chiudere per fine anno per poi passare alla vendita dei diritti tv. L'obiettivo è di aumentare i ricavi del 20%. La Gazzetta dello Sport spiega in cosa e come cambia la nuova Champions League.
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Nasce la SuperChampions, con posti riservati per meriti storici
Quasi tutte le big d'Europa vorrebbero, un giorno, una Superlega: un torneo chiuso, con una piccola percentuale di posti da assegnare di anno in anno. Torneo in stile NBA, all'italiana, con massimo 24 squadre (anche se il numero ideale sarebbe 16), seguito dai playoff. Le 24 elette potrebbero essere divise in vari modi (2 gruppi da 12, 4 da 6 ecc). Il numero di partite, così, aumenterebbe moltissimo e si dovrebbe giocare anche nei week-end. Insomma, un vero campionato, che deprimerebbe quelli nazionali e cancellerebbe la Champions League.
Questo torneo sarebbe possibile sia giuridicamente che economicamente, ma è in ogni caso difficile da realizzare. Comporterebbe uno strappo con la UEFA e, comunque, c'è da fare i conti con la Premier League: oggi vale 3,2 miliardi di euro di diritti tv, mentre la CL e l'Europa League insieme arrivano a 2,3 e dal 2018 puntano al 2,7. Gli inglesi, perciò, pretenderebbero ben altre cifre prima di declassare il proprio campionato. Inoltre servirebbe tempo per trovare sponsor, finanziatori, per riorganizzare il calendario ecc.
E poi, prima di lasciare la meravigliosa Champions League chiunque ci penserebbe bene. Per questo, dalle ceneri del vecchio torneo nascerà la SuperChampions: ritorno al passato, contrastando la "democratizzazione" di Michel Platini, che con troppe piccole ha abbassato il livello di qualità e spettacolo. Le 4 grandi Nazioni (Spagna, Italia, Germania e Inghilterra) avranno ognuna 4 posti assicurati, senza fare preliminari. In questo modo 16 su 32 saranno certamente squadre di primo livello. Da decidere il criterio: c'è la proposta di non qualificare le prime 4 del campionato, ma le prime 3, assegnando il quarto posto per meriti storici.
Alle federazioni medie (Francia, Russia e Portogallo) saranno assegnati 2 posti ciascuno. Infine altri 5 posti da dividere tra i cinque campionati che seguono nel ranking (Ucraina, Belgio, Olanda, Turchia e Svizzera). Mananco 5 posti, da assegnare attraverso i preliminari. Difficile che i 4 grandi campionati iscrivano una quinta squadra ai preliminari, a meno che chi abbia vinto la Champions non sia rimasto fuori. Probabile, poi, che agli ottavi si cerchino di evitare grandissime sfide, ordinando teste di serie e non.
La trattativa passa per l'elezione del nuovo presidente UEFA, che chiuderà il vuoto di potere degli ultimi mesi. Il 14 settembre sarà scelto il successore di Platini. Lo sloveno Ceferin è il favorito. La strada, in ogni caso, è tracciata. Forse, come diceva Gianni Infantino, la Superlega esiste già, ed è la Champions League.
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