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Nesta: “Mihajlovic non è il problema. Inter? C’è un progetto”

Gianluca Raspatelli

Nesta ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato di tanti temi dell'attualità del calcio italiano

Alessandro Nesta ha rilasciato una lunga e interessante intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato di tanti temi dell'attualità del calcio italiano.

Queste le sue parole sul Milan: "Sull’argomento mi sono espresso altre volte: gli allenatori non hanno mai il 100% delle colpe. È stato un anno negativo che può essere raddrizzato solo dalla conquista della Coppa Italia. Io, però, non caccerei il tecnico altrimenti devi ricominciare nuovamente tutto da capo. È evidente che ci sono anche altri problemi. Ma parliamo dell’Inter».

Poi sull'Inter: "Loro hanno un progetto. Hanno comprato tanti giocatori e speso molto, anche se i risultati non sono arrivati. Mancini l’ho avuto come compagno di squadra e brevemente come tecnico: è bravo. Quando prendi 10 elementi, ci sta che un anno ne azzecchi almeno sette e un altro appena quattro".

Sul suo debutto come allenatore del Miami FC (1 a 1): "L’avevo pensato un po’ più semplice: ho dovuto gestire un’espulsione nel primo tempo e due cambi forzati da infortuni. Un po’ un macello. Peccato per il pari al 94’ su rigore".

Su Cesare Maldini: "Cesare è stato il mio allenatore nell’Under 21, al Mondiale ‘98, ed era un uomo di casa al Milan, sia per il suo passato che per Paolo. Sono profondamente addolorato".

Sulla Lazio: "La Lazio ha avuto una stagione difficile e ora hanno pure licenziato Pioli. Perché in Italia quando le cose vanno male, come le dicevo, paga sempre l’allenatore. Presidente e calciatori non vanno mai via".

Sul campionato: "Si, ormai è deciso, soprattutto dopo lo stop del Napoli e la squalifica di Higuain. L’avevo già detto a fine estate che vinceva la Juve, anche se poi mi ero un po’ pentito dopo l’inizio incerto: i bianconeri sono i più forti".

Su Germania-Italia 4-1: "Non penso sia un specchio del calcio attuale. Perché con la Spagna abbiamo fatto una buonissima partita. È normale un rendimento incostante quando schieri molti giovani con poca esperienza".

Sulle parole di Conte ("Il bacino da cui pescare per la Nazionale si è molto ristretto"): "È vero e si fanno mille discorsi sull’inefficienza delle scuole calcio. Ma per me è più una questione generazionale, che dipende anche dal caso. Sono convinto che i nostri stessi problemi li avrà pure la Spagna, quando i protagonisti di oggi usciranno di scena".

Sulla colpa delle politiche societarie: "È una scusa. La generazione da cui provengo aveva davanti a sé in prima squadra fior di campioni eppure io e i miei coetanei abbiamo sempre giocato. Se uno è bravo il posto glielo trovano. Guardate Verratti: avrebbe fatto il titolare anche in Italia, se ci fossero più soldi".

Sulla sua figura di riferimento: "Dico Ancelotti. Ha una grande conoscenza del calcio e ha la formula giusta per gestire il gruppo: a volte duro, altre amichevole. Ha funzionato ovunque è andato".

Sul futuro ct della Nazionale: "In questo momento non ce n’è uno ad effetto: a ognuno di quelli che ho letto manca qualcosa".

Infine, sulla sua possibile candidatura: "Io preferisco stare sul campo e poi ho intrapreso un percorso diverso: vivere all’estero imparando un mestiere nuovo. La panchina con Miami è come andare a scuola. Qui puoi fare errori, hai tempo, puoi costruire la tua filosofia di gioco. Mica come in Italia, dove anche in categorie minori se sbagli ti mandano via".