"Salve agente, sono Traorè, quello del Milan". Si è presentato così ai tifosi rossoneri M'Baye Niang, quando è stato fermato a Milano alla guida di un'auto senza patente. Ma gli episodi spiacevoli passati dal francese non sono pochi. Il Milan, tuttavia, ha sempre creduto in lui e adesso sembra che i fatti gli stiano dando ragione.
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Niang: “Basta mattate, anche perché non le so nascondere”
Anche perché Niang, a "La Gazzetta dello Sport", ribadisce ancora una volta di aver chiuso con queste cose: "Ne ho fatte tante, non passava un mese senza che ne facessi una. La peggiore è stata l'incidente in macchina a febbraio, quella mi ha fatto dire basta. Quella della piscina lì per lì per me non era una mattata, l'ho capito dopo. Non ne esistono inedite, perché non so nasconderle. C'è chi ne fa tante e non se ne sa nulla, le mie le conoscono tutti. O sono sfigato o le nascondo male. Effettivamente pubblicare un video non è un buon metodo... Ma adesso basta, l'ho promesso a me stesso e so di poterlo mantenere".
Poi continua: "Per un po' ho pensato di fare il comico se avessi fallito nel calcio. Ridevano tutti alle mie battute. A Milanello ridono anche adesso. In ritiro faccio anche cose serie, tipo scrivere testi di canzoni rap. Ora è un po' che non lo faccio, forse perché non mi annoio più prima delle partite. Quando scriverò una canzone per Emilie vorrà dire che sono spacciato e la dovrò sposare, mi sembra ancora molto presto".
Sul fatto che non facci gol di testa: "So che ho fatto solo un gol così, al Genoa. Ci ho messo la testa cadendo, quasi senza accorgermene e ne è uscita una parabola pazzesca. Ma non mi sono sbloccato. Oggi ho segnato in allenamento di testa, ma involontariamente. Il motivo è che salto o troppo presto o troppo tardi. Ci sto lavorando con Nicola Caccia, mi dice di metterci la testa per trovare il timing... Se bastasse quello...".
Tutto è iniziato a Caen: "Iniziò tutto con una lettera. Avevo 16 anni e il Caen rischiava la retrocessione. Io giocavo nelle giovanili e scrissi una lettera all'allenatore in cui gli dicevo che per salvarsi avrebbe dovuto convocarmi. Il lunedì mattina mi ha convocato. Alla terza partita ho fatto gol, alla penultima ci siamo salvati. Dai suoi controlli, invece, non mi sono salvato: andavo all'allenamento in macchina senza patente. Mi mandò la polizia a casa e mi seguì con le sirene accese. Mi caricò in macchina fingendo di portarmi in caserma, da quel momento non ho fatto cavolate per un po'. Verona è fatale per il Milan perché ci ha perso due scudetti, ma io che c'entro? Ah ho segnato il mio primo gol in Serie A con il Verona. Non me ne ero dimenticato, non mi veniva in mente. Il gol lo ricordo: a porta vuota. Più importante che emozionante. Il gol più emozionante è stato quello nel derby dell'anno scorso: un'esplosione, ho lasciato uscire tutto".
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