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Niang: “Con Montella feeling a pelle, Bacca è un cecchino”

Bacca Niang Milan
Niang è in una fase strepitosa della sua carriera e l'entusiasmo è dentro e fuori dal campo. Carica tutti, da Bacca ai tifosi. L'obiettivo è tornare grandi.

Stefano Bressi

Quando è arrivato al Milan era un ragazzino che ne combinava di tutti i colori, ma adesso M'Baye Niang sembra essere cresciuto. Lo aveva promesso nel pre-campionato e lo sta dimostrando con i fatti. Le sue prestazioni sono preziosissime e fuori dal campo sembra abbia messo la testa a posto. "I matti sono gli unici che non cambiano mai" aveva detto, ma ora risponde: "Io non ero matto, lo facevo. Infatti sono cambiato".

Con lui sono cresciute anche le sue ambizioni. Il francese vuole riportare in alto il Milan e già a Firenze cerca un segnale di continuità. Nella lunga intervista a "La Gazzetta dello Sport" ha toccato tanti temi, parlando anche di allenatori e compagni, ecco le sue parole: "Dumas, il mio allenatore al Caen mi ha fatto capire che in campo non devo avere paura, Allegri mi ha spiegato l'importanza della tattica, Gasperini mi ha rilanciato, Mihajlovic mi voleva con sé al Torino. Lui e Montella sono simili. Con il mister ho un feeling a pelle, mi ha fatto subito capire che mi voleva. Mi ha messo al centro del progetto e si interessa a me. Ci diciamo cosa ci aspettiamo l'uno dall'altro. Non ha cambiato il suo calcio rispetto a Firenze, lo ha solo adattato ai giocatori. All'inizio non capivo perché gli allenatori mi tenessero fuori. Se ho esordito così giovane ci dovrà essere stato un motivo. Quando giocavo male davo la colpa al mister, ma poi ho capito che non davo tutto per giocare. Poi ho capito ed è stato meglio sudarmi le cose. Ora ho tutto, perché ho dato tutto. Io sarò sempre un po' centravanti, sono cresciuto giocando lì. Poi in Italia mi hanno portato esterno e non è stato facile. Poi mi hanno messo seconda punta ed ero felicissimo, ma sono felice anche ora. Non gioco come quinto esterno, difendo meno e ho più forza per attaccare. Poi ovunque giochi certe cose non le dimentichi e io sarò sempre un po' centravanti, anche se mi mangio qualche gol... Potevo andare in Premier e spero un giorno di andarci. È il mio sogno giocare lì. È il calcio giusto per me. Poteva essere due volte: una quando ho scelto poi il Milan e una a gennaio, quando mi ha chiamato il Leicester. Mihajlovic  ha risposto che non mi sarei mosso e avrei segnato nel derby. Sono rimasto senza rimpianti. Con Pogba ho giocato poco, ma ci sentiamo spesso. Mi dice che è dura, ma che sente la fiducia di Mourinho. Io gli dico di non distrarsi. Farà un gol da 30 metri e varrà di nuovo 100 milioni. Io mi sento parigino, ma quando sono andato a Dakar ho capito la fortuna che ho. Lì sono quasi tutti poveri e sognano di fare i calciatori. Da piccolo andavo poco a Parigi, ora la sento la mia città. Se davanti alla porta c'è Bacca io smetto di correre. Tanto non c'è respinta. È una scemenza che non giochi per la squadra. Se lo serviamo di più, tirerà di più e vincerà la classifica marcatori".

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