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Niang: “Milan, riparti da me, adesso sono maturato”

Edoardo Lavezzari

Intervistato questa mattina da "La Gazzetta dello Sport", M'Baye Niang ha dichiarato amore al Milan, ma soprattutto ha detto di essere cresciuto molto

Le parole di stima di Vincenzo Montella sono state un segnale chiarissimo: M'Baye Niang è un giocatore su cui il Milan punterà molto e il francese sembra pronto a ripagare la fiducia del club. A spiegarlo è stato lui stesso in una lunga intervista a "La Gazzetta dello Sport", questi i passaggi salienti, a cominciare dalle ultime bravate: "Per quanto riguarda l’incidente stradale, mi è servito di lezione. Sono rimasto fuori tre mesi, so che la squadra aveva bisogno di me e mi è spiaciuto molto. Quando sono uscito dalla macchina e ho visto com’era conciata mi sono detto: 'Sei stato fortunato, ti fa male solo la caviglia, e questa è una cosa che si può curare'. Mi sono spaventato molto, con la velocità non si scherza. Il tuffo? È stato un gioco in cui non vedevo nulla di male. Non ho pensato alle conseguenze. Quando ero lassù non percepivo il pericolo. Insomma, ero in alto ma non così in alto... Poi ho visto il video e mi sono reso conto. Capisco che, dopo un infortunio come il mio, la gente possa pensare che sono scemo. So di aver fatto una cavolata e non ho cancellato il video appositamente: ormai era in Rete, sarebbe stato peggio. Ho sentito dire che ho fatto quella sciocchezza per farmi cacciare, ma non è vero. Se sono qui è perché voglio restare qui".

L'atteggiamento fuori dal campo: "Mi sento in fase di maturazione, sono tutte esperienze che mi hanno fatto crescere. In Francia diciamo che solo i matti non cambiano. L’importante è aver capito gli errori. Prima di quel tuffo era un anno e mezzo che non combinavo guai, credo sia il mio primato assoluto. Ora voglio chiudere tutte queste storie e ricominciare. In tutta umiltà, credo di essere uno di quei giocatori da cui ripartire. Ho molta personalità, posso essere importante per questa squadra. Mi sento pronto a sopportare tutte le pressioni e ad avere responsabilità. Sono cresciuto come uomo e come calciatore. Voglio tornare in Europa, avere una stagione senza infortuni e fare tanti gol".

Montella: "Mi ha fatto molto piacere, perché è uno che di solito non ama parlare dei singoli. Mi dà motivazioni ancora maggiori, e se ti senti stimato hai voglia di dare. Io ho bisogno di sentirmi importante, parte del progetto. Con Montella è stato come con Mihajlovic: feeling a pelle, e poi quando parli con un allenatore capisci subito se ha davvero bisogno di te".

Il ruolo: "Il mio ruolo preferito è il centravanti o la seconda punta, ma se devo giocare esterno lo faccio senza problemi. La prima volta fu con Allegri, a destra. Da lui ho imparato tanto. Ho grandi margini di miglioramento. La prima volta fu con Allegri, a destra. Da lui ho imparato tanto. Ho grandi margini di miglioramento. Un difetto? Il gioco di testa. Sbaglio sempre il timing. Se mi metti davanti a una porta vuota, la butto fuori. Meno male che ci sono i piedi.... In cosa mi piaccio? La velocità. E poi nella personalità. Non ho paura di nulla, anche se in certi frangenti dovrei imparare a controllarmi di più, a essere più freddo".

 

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