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Niang: “Ora sono un leader. Ecco cosa ci ha detto Montella”

Redazione

L'attaccante francese ha parlato al Corriere della Sera del derby di domani sera. Milan-Inter sarà una sfida speciale anche per lui: l'anno scorso proprio in una stracittadina si è sbloccato anche psicologicamente

Nel derby torna M'Baye Niang, uno degli insostituibili di Vincenzo Montella. Fuori nell'ultima gara con il Palermo, il francese rientra per garantire velocità e fisicità all'attacco rossonero, con lui più imprevedibile. Una sfida, questa, che conosce bene, essendo andato a segno l'anno scorso: "Quel gol mi ha liberato, ci tenevo a essere decisivo dentro una partita importante, era la serata perfetta, ho lasciato andare tutta l’emozione - ha dichiarato Niang al Corriere della Sera - . Una rete domani potrebbe essere importante per vincere, ma siamo giovani, dobbiamo pensare prima al gruppo che ai singoli. Abbiamo preparato questa gara come sempre. Dobbiamo concentrarci su di noi e avere fame. Non c’è uno che rischia di più, è una partita speciale, bisogna prepararla con serenità".

Su Montella: "Quando si è presentato ci ha detto: ‘Di questa squadra farò un gruppo’. È così. Quando in partita abbiamo un momento difficile è il gruppo che ti fa andare oltre. Però siamo solo all’inizio: arriveranno le difficoltà in stagione e lì dovremo essere più uniti che mai. Nessuno si aspettava fossimo così in alto, ora possiamo fare il nostro campionato dando il meglio. Il Milan deve tornare in Europa".

Sulle potenzialità del gruppo: "Ci siamo resi conto - continua Niang - di quello che potevamo fare. Siamo un bel mix, con 26-27 calciatori che possono giocare tutti. Ora non ci dobbiamo montare la testa. Siamo terzi, ma basta che perdiamo una partita e torna tutto come prima".

Sul passato da 'Bad Boy': "Bad boy lo dite voi, io sono un ragazzo normale che da giovane ha fatto qualche errore. L’importante è che ho capito di aver sbagliato. Sono anche sfigato perché tutto quello che faccio viene fuori, perciò non farò più niente.

Sulla sua leadership all'interno della squadra: "So quando c’è bisogno di alzare la voce, di dare consigli ai più giovani, di essere trascinatore. Io capitano del Milan? Perché no? Sono qui da quattro anni, ho vissuto momenti che mi sono serviti da esperienza, penso di essere importante nello spogliatoio e cerco di esserlo sempre di più".

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