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Occasione Calabria: il terzino deve ritrovare il sorriso

Edoardo Colombo

Ignazio Abate fuori causa per infortunio, Luca Antonelli lo stesso. A Bologna, insieme a Mattia De Sciglio, toccherà a Davide Calabria giostrare in difesa, sulla fascia destra

Senti la parola Milan, e non sorridi. Diventi triste. La lancetta della malinconia raggiunge il picco. Si, c’era una volta il Milan. Vestire la maglia rossonera, ora, non è più il sogno dei ragazzi. Guardate Davide Calabria, capirete.

In questa pieno decadimento del regno berlusconiano, nemmeno un super eroe salverebbe il feudo rossonero. Figuratevi un giovane, un ragazzo di diciannove anni. Per questo, Davide Calabria ha smesso di sognare, e ha pagato il prezzo della dura realtà rossonera.

All'inizio di questo campionato, visti i numerosi infortuni che affliggevano la retroguardia rossonera, il terzino destro Davide Calabria, classe 1996,  (4 presenze) dopo aver convinto il tecnico serbo nel corso della preparazione estiva precampionato. Poi, però, Calabria è uscito gradualmente dalle rotazioni di Mihajlovic, fino a non vedere quasi più il campo. Cristian Brocchi, che lo ha allenato in Primavera, , in occasione della sfida delle ore 20:45 , per via del forfait di Ignazio Abate.

, ma era normale per un ragazzo così giovane se non gioca – ha detto Brocchi nella  di presentazione di Bologna-Milan su Calabria -. Ha bisogno di giocare, passata la prima settimana l'ho visto sempre in crescita. Adesso inizia a fare certe cose che prima gli venivano naturali. L'ho visto con la testa giusta oggi e spero che domani possa fare una grande gara per quello che ha fatto per il Milan in questi anni”.

Complice la defezione di Abate, Calabria, domani, potrà tornare a sorridere. Il Milan, l’anno prossimo, ripartirà dai giovani italiani, ma per la linea difensiva i tifosi rossoneri possono stare sereni. Contro il Bologna rientrerà Mexes, ma pensate agli altri: Donnarumma tra i pali, Romagnoli in mezzo, De Sciglio a sinistra e Calabria sulla destra, al rientro dopo sei mesi esatti dall'ultima partita disputata in campionato (45 minuti contro l'Atalanta).

Si, è difficile da credere: ma hanno tutti meno di 20 anni. Non solo, sono tutti italiani. Ecco perché il Milan può sorridere. I giovani forgiati dai laboratori rossoneri hanno suggellato un patto con il diavolo. Un patto di amore, di fedeltà. Fa niente se dovranno versare qualche lacrima, perché qui, al Milan, i veri dubbi aleggiano altrove. Non sui giovani. Loro non si toccano.