Ottovolante Berlusconi: tutti i pareri e le sterzate del presidente rossonero

Ottovolante Berlusconi

'C'è chi la vede come una deformazione dell’uomo politico: un giorno dico una cosa e quello dopo un’altra, a seconda della convenienza. Errore: i frequenti cambi di opinione e di vedute in cui incorre Silvio Berlusconi quando si parla di Milan sono generati dall’uomo calcistico. Cuore, e non ragione', apre così 'La Gazzetta dello Sport' l'approfondimento dedicato a Silvio Berlusconi, presidente rossonero. Il patron ci ha abituato a pareri e sterzate da sempre. Ma nell'ultimo periodo il fenomeno sembrerebbe essere aumentato a dismisura. Il numero uno di via Aldo Rossi non stupisce più: prima dice una cosa e il giorno dopo cambia totalmente versione. Persino con mister Sinisa Mihajlovic e Mr. Bee attuò questa strana linea comunicativa. Tanto che la rosea ripercorre tutti i pareri e le sterzate del presidente milanista. .

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Berlusconi e Mr. Bee

Partiamo dal broker thailandese. A maggio di un anno fa la frase più ricorrente era: "Cerco qualcuno che immetta capitali nel Milan, ma sono prudente perché non vendo a chi cerca popolarità immediata". Il riferimento era per Taechaubol e fu poi confermato a breve: "Bisogna che ci sia qualcosa in più della ricerca di popolarità per pensare di investire nel Milan". Sembrava la pietra tombale sulle ambizioni di Bee, ma lungo i mesi cambiò tutto, fino ad arrivare a un trionfale "con Mr. Bee chiuderemo presto e faremo insieme una grande squadra". Il tutto condito da ulteriori attestati di stima: "E’ un partner molto gradito, si sta comportando bene", "E’ una persona che mi piace molto e con cui si potrà fare un ottimo lavoro". .

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Berlusconi e Mihajlovic

Non solo Mr. Bee, ma anche mister Mihajlovic sull'ottovolante di Berlusconi. Miele il giorno del raduno ("Ha personalità, sa guidare il gruppo"), dopo la vittoria in Coppa Italia sul Perugia ("E’ un tecnico gagliardo ed è stato l’acquisto più importante di quest’anno"), salvo poi scaricarlo ("Mai visto giocare il Milan così male") nonostante buoni propositi miseramente naufragati ("Lasciamolo lavorare in serenità sino a fine stagione"). .

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Berlusconi e i cinesi

E che dire della volontà di lasciare il Milan in 'mani tutte italiane', espressa nemmeno un mese fa. I cinesi, con cui la trattativa era già in fase avanzata, la presero molto male, ma poi arrivarono parole molto più dolci. Sino a quelle di ieri. Altro giro, altra corsa sull’ottovolante, signori.

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