Pagelle Genoa-Milan: analisi, giudizi, Top e Flop della gara
Vincenzo Montella, Milan, Getty Images
Dopo la bella vittoria contro la Juventus, il Milan era chiamato a dare continuità ai propri risultati anche contro il Genoa a Marassi. Ecco com'è andata
Edoardo Lavezzari
L'ANALISI DEL MATCH
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Inizio di partita veemente del Milan, che nei primi minuti cerca subito di sorprendere il Genoa. I liguri però si chiudono bene e cercano le folate in contropiede. Al nono minuto i padroni in vantaggio con Ninkovic che brucia di testa la difesa milanista e Gigio Donnarumma, per la doccia fredda rossonera. Il Milan sembra aver subito il colpo, che fa fatica a reagire dopo il gol subito: i liguri sono ben messi in campo e pronti a colpire ad ogni errore avversario. La manovra della squadra di Montella è però lenta, nonostante alcune buone trame di gioco ma che non portano a chiare occasioni da rete. Bacca e Niang appaiono un po' svogliati e spaesati, mentre Honda sulla destra non incide, colpevole anche di un errore di posizione sul gol genoano. Nel quarto d'ora finale della prima frazione, il Milan prova a spingere ma le maglie difensive ligure sono sempre più strette, sintomo di come la retroguardia rossoblu sia una delle meno battute d'Italia. Il primo tiro rossonero, per altro fuori dallo specchio, arriva al 41esimo dopo una buona combinazione offensiva e conclusione alta di Niang. Finisce il primo tempo con il Genoa in vantaggio e un Milan molto diverso da quello visto contro la Juventus.
Nella ripresa il Milan prova a spingere subito ma Bacca non riesce a colpire di testa in area e Bonaventura ci prova da lontano ma senza effetto. Intorno al sesto minuto, i rossoneri vanno vicino al pareggio in due occasioni, prima con Bonaventura e poi con Bacca, ma Perin si salva in ambedue i casi. Il Genoa continua il suo gioco sulla falsariga del primo tempo, fatto di ripartenze e pressing ossessivo. La serata no dei rossoneri si conferma al 56esimo, quando Paletta entra in maniera violenta su Rigoni e si fa espellere. Milan in dieci, con Bacca fuori e dentro Gomez. Il Genoa prova a spingere, Montella cambia in corsa inserendo anche Luiz Adriano e Suso ma le cose cambiano poco, anzi. I rossoblu negli ultimi dieci minuti realizzano altri due gol con Pavoletti e spezzano il sogno rossonero, per una sconfitta pesantissima. Qual è il vero Milan, questo o quello di sabato scorso?
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I TOP
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In una serata molto difficile, sono in pochi ad eccellere. Un nome su tutti, quello di Giacomo Bonaventura. Onnipresente, l'unico che dispensa calcio e che predica nel deserto. Corre, lotta, inventa, si sbatte e conclude in porta, è mancato solo il gol. Nel reparto arretrato, bene Romagnoli che ha dimostrato personalità ed un buon stato di forma, nonostante la serata negativa del suo compagno di reparto Paletta. L'ex Roma si è fatto vedere per delle buone chiusure e per alcune sortite offensive, ma non si poteva chiedere di più al giovane centrale difensivo, nonostante sia poi naufragato con tutti i compagni nel finale di gara. L'entrata di Suso, anche se la partita era già compromessa, ha dato verve al gioco offensivo rossonero, cosa che aumenta i rammarichi per le scelte iniziali di Montella. Il Milan si risveglia dal sogno e lo fa con tre grandi schiaffi rossoblu.
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I FLOP
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In una serata non positiva, sono molti i giocatori del Milan che non hanno offerto una grande prestazione. Malissimo Paletta, espulso per un fallo cattivo e inutile, cosa che non ti aspetti da un giocatore d'esperienza come lui. Il centrale lascia i suoi in dieci e rende ancor più complicata una gara già di per sé difficile. Tra gli altri che non hanno attraversato una serata felice, spicca sicuramente Keisuke Honda, spaesato e in ritardo, un pesce fuor d'acqua nel mare chiamato Milan. Sul primo gol genoano è il giapponese a tenere in gioco Ninkovic, ma non solo. Anche nel resto della sfida, il numero 10 fa rimpiangere Suso sbagliando quasi tutto. Non benissimo anche Bacca, sostituito dopo l'espulsione di Paletta e abulico lì davanti, mai pericoloso e sempre fuori posizione. Anonimi Poli e De Sciglio, ma anche il francese Niang.
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IL MISTER
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Quello visto questa sera è stato un Milan troppo brutto per essere vero. Lento, svogliato, letteralmente tornato sulla Terra. L'undici schierato inizialmente da Montella è sembrato sin da subito inadeguato, corretto in fretta in furia passando dal canonico 4-3-3 allo storico 4-4-2. Le novità del primo minuto sono state decisive sul primo gol, quando Honda ha commesso l'errore decisivo su Ninkovic e Poli che sulla destra ha lasciato molto a desiderare. Dopo l'essere restato in dieci, Montella prova a dare la svolta, inserendo prima Luiz Adriano e poi Suso, ma l'uomo in meno si fa sentire contro una squadra ben messa in campo e con il coltello tra i denti. Il raddoppio genoano, arrivato a dieci minuti dal termine, e il terzo gol sul finale, sentenziano come questo Milan ancora non sia pronto per le grandi posizioni di classifica e che c'è ancora molto da lavorare, restando con i piedi per terra.