Nonostante le strette di mano con Berlusconi e le smentite di Mihajlovic, il futuro della panchina del Milan non è certo. Tanti nomi ma poche certezze per ora, con Mihajlovic che rimane comunque il favorito per rimanere sulla panchina; seguono a ruota tre nomi già accostati in passato al Milan come Brocchi, Donadoni ed Emery, e la new entry Eusebio Di Francesco, che col suo Sassuolo ha buttato giù le certezze che il Milan era riuscito a costruirsi in questo inizio 2016. Ogni nome, però, ha i suoi pro e i suoi contro: vediamoli assieme.
archivio2016
Panchina Milan: tanti nomi, poche certezze. Pro e contro
EUSEBIO DI FRANCESCO
—PRO: Il tecnico del Sassuolo sta stupendo tutto il mondo del calcio italiano con la bellezza del suo gioco, sicuramente uno dei più spettacolari della Serie A. Inoltre, ed è un grande punto a suo favore, è ancora molto giovane e sa lavorare benissimo con i giovani italiani: sotto la sua guida, infatti, sono esplosi grandi talenti italiani, come Simone Zaza, Belardi, Nicola Sansone, e sono rinati talenti come Acerbi e Consigli. Un particolare non da poco per un club che il presidente Berlusconi vorrebbe sempre più giovane e italiano.
CONTRO: Poca esperienza nelle big. D'accordo, Di Francesco finora si è sempre distinto come ammazza-grandi: siamo sicuri però che parte del suo successo non sia dovuto all'ambiente rilassato e senza troppe pressioni del Sassuolo?
ROBERTO DONADONI
—PRO: Donadoni fa parte della grande famiglia rossonera, e nel recente passato il conoscere bene l'ambiente, la storia e la cultura del Milan ha (quasi) sempre aiutato i tecnici rossoneri ad avere successo sulla panchina del Diavolo. Inoltre, nonostante un'età relativamente giovane, il tecnico del Bologna ha già un curriculum di grande rispetto: Nazionale, Napoli, Parma, Bologna solo per citarne alcune, sempre con ottimi risultati. Il fatto che la Nazionale abbia ricominciato a pensare a lui è segno di qualità del suo lavoro.
CONTRO: Nonostante un lavoro di indubbia qualità, Roberto Donadoni sembra non riuscire mai ad ottenere quel salto di qualità necessario ad aspirare alla panchina di una big. Le potenzialità ci sono tutte, ma spesso rimangono parzialmente inespresse. Inoltre, ed è un dato da non sottovalutare, sembra non essere particolarmente apprezzato da Berlusconi.
CRISTIAN BROCCHI
—PRO: Il tecnico della Primavera, Cristian Brocchi, è senza dubbio uno dei pupilli di Silvio Berlusconi, che già nella scorsa stagione voleva promuoverlo al posto di Inzaghi. I successi e il bel gioco della Primavera rossonera parlano per lui, che predica un gioco propositivo e, soprattutto, l'imposizione del proprio gioco sull'avversario, proprio come piace a Berlusconi. Inoltre, il DNA Milan è fuori da ogni dubbio, si è fatto tutta la trafila delle giovanili rossonere e conosce l'ambiente e i giovani rossoneri alla perfezione.
CONTRO: Come per Di Francesco, anche Cristian Brocchi paga la sua scarsa (o nulla) esperienza in una grande squadra. Le potenzialità ci sono, ma dopo gli esperimenti falliti di Seedorf e Inzaghi, in Casa Milan si vorrebbe evitare di bruciare un'altra bandiera del recente passato dei rossoneri.
UNAY EMERY
—PRO: Due Europa League, una squadra vogliosa e grintosa che lotta quasi alla pari con i mostri sacri della Liga (almeno nello scontro diretti), mostrando la propria forza specialmente in campo internazionale: il pedrigree europeo di Emery è veramente ben visto in Casa Milan, specialmente da Galliani, che l'ha già cercato in passato.
CONTRO: Il suo gioco è efficace ma, va detto, è poco spettacolare e non convince del tutto Silvio Berlusconi. Inoltre, la scarsa conoscenza dell'italiano e della Serie A, potrebbe giocare nettamente a suo sfavore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA