Barbara sin da subito, sul finire del 2013, è sembrata davvero un mondo a parte. Subito in conflitto con quello che fino a quei giorni era, dopo Berlusconi, il capo di tutto. Incontestabile, dopo le grandi vittorie degli anni passati, ma il tempo corre e quella che prima era una bambina ora è cresciuta. E vuole avere un ruolo importante nel Milan. Prime discordie, la conferma di Allegri e la nomina di Seedorf. Poi la giovane rampolla della famiglia Berlusconi aveva puntato sforzi, tempo, ore di lavoro per il progetto Stadio al Portello. Cosa che era anche andata in porto ma che i dubbi dello stesso papà e di Galliani, uniti ai vari problemi logistici e di costi lievitati, hanno poi chiuso alla realizzazione del progetto.
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Progettualità e onestà: Barbara chiama, Galliani risponde
Barbara aveva dedicato anima e corpo allo stadio di proprietà tant'è che per due anni si è fatta sentire poco o nulla nell'ambito sportivo del Milan. Ma quando parla, Barbara lo fa sempre con intelligenza. I giudizi su un calcio italiano vecchio, fatto di persone e idee superate, non sono passate inosservate, soprattutto ad un Galliani che da oltre vent'anni è sempre membro della Lega. Ha idee innovative Barbara. Punta ai mercati orientali, a ingressi importanti in società (“Da AD del Milan e azionista Fininvest ho cercato di non entrare nella trattativa per rispetto di tutte le parti. Una cessione porta inevitabilmente momenti morti, speriamo che in un modo o nell’altro la cosa si chiuda presto, ma nel modo migliore per il bene del Milan. Possiamo aver perso qualche occasione in questo periodo, ma è normale in questo momento, sarebbe lo stesso per ogni società”, ndr), alle partnership strategiche, alla valorizzazione del marchio e, soprattutto ad una trasparenza che forse, con la presente gestione non è sempre tale, soprattutto dall'esterno. Come l'ultima visita della Guardia di Finanza a Casa Milan e l'atto notificato proprio a Galliani. La figlia del Presidente ieri ha sconfessato un po' quello che il padre e il dottor Adriano dicono da sempre: rosa da Champions, squadra ai primi posti in Italia per qualità, siamo completi così. Per Barbara no, il Milan è da Europa League come il voluntary agreement presentato alla Uefa recita e forse, l'anno prossimo, si potrà sperare ad altro.
Di questo, forse sarà contento Mihajlovic. Meno aspettative, meno pressione per un terzo posto a tutti i costi. Oggi Galliani ha ribadito che il Milan deve lottare per l'Europa che conta ma, per lo meno, il tecnico serbo sa che qualcuno tra la dirigenza la pensa in maniera diversa.
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