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In estate, quando Sinisa Mihajlovic fece di tutto per convincere il Presidente Silvio Berlusconi e l'amministratore delegato all'area sportiva del Milan Adriano Galliani , da lui allenato la stagione precedente alla Sampdoria, erano stati in molti i tifosi rossoneri a storcere il naso.
Perché, ci si domandava, spendere 25-30 milioni per un calciatore giovanissimo (Romagnoli è un classe 1995) che, nella sua carriera, aveva disputato una sola stagione da titolare in Serie A? Mihajlovic sembrava convinto del fatto suo. “Voglio Romagnoli, mi serve lui: è mancino, difende bene, sa impostare il gioco da dietro. So quello che può darci”, il mantra del tecnico serbo, poi accontentato . Almeno, questo è quello che riteneva anche la società, visto il caloroso saluto riservato a Romagnoli dal club, nel momento dell'ufficialità dell'acquisto, sul sito web ufficiale del Milan, e del numero di maglia scelto, il 13, per la sua avventura rossonera.
(la brutta prestazione all'esordio in campionato a Firenze, dove aveva provocato il rigore del raddoppio viola o l'espulsione nella sconfitta del 'Luigi Ferraris' contro il Genoa, per citarne un paio), Romagnoli si è gradualmente preso il Milan, divenendone in brevissimo tempo leader della retroguardia. Mihajlovic gli ha alternato ben tre compagni di reparto: era partito in coppia con Rodrigo Ely, poi bocciato in favore del colombiano Cristián Zapata, successivamente accantonato per rispolverare il veterano Alex. Accanto al brasiliano, Romagnoli è sbocciato, è cresciuto, in termini di costanza di rendimento, di efficienza e di sicurezza, 'protetto' dall'esperienza del brasiliano. Il difensore nativo di Anzio è, oramai, una colonna dei rossoneri di Mihajlovic, titolare inamovibile di un Milan in piena rimonta per la zona Champions. Al punto che, nelle ultime settimane, ha attirato su di sé l'interesse di grandi club europei quali e .
In questo campionato, come ricordato nel pomeriggio da 'Gazzetta.it', ha saltato soltanto due partite per squalifica, entrambe a 'San Siro', ed entrambe conclusesi con pesanti sconfitte. La prima fu il 4 ottobre 2015, proprio all'andata contro il Napoli, quando, con la coppia di difensori centrali formata da Ely e Zapata, i partenopei di Maurizio Sarri fecero a fette il Milan schiantandolo con un perentorio 4-0, aprendo, ufficialmente, lo stato di crisi del progetto Mihajlovic; la seconda, invece, è stata all'inizio di quest'anno, il giorno della Befana, in occasione della battuta d'arresto interna contro il Bologna firmata da Emanuele Giaccherini. Senza Romagnoli, il Milan, dietro, balla pericolosamente.
Ecco perché, adesso, i rossoneri hanno paura: Romagnoli non si vede a Milanello da tre giorni, . Il suo recupero per la partita di lunedì 22 febbraio, alle ore 21.00, al 'San Paolo' contro il Napoli, è ancora possibile, ma non è così scontato. Sarà decisiva, con tutta probabilità, la giornata di domani: con il resto del gruppo, dimostrando di aver smaltito lo stato influenzale, . In caso contrario, il suo posto verrebbe preso da Zapata, che giocherebbe quindi in coppia con Alex ed avrebbe la possibilità di confermare, agli occhi di Mihajlovic, di essere una valida alternativa alla coppia di titolari come dimostrato, per esempio, nella trasferta vinta dai rossoneri a Palermo.
La macchina da gol di Sarri, da 180', si è inceppata: il Napoli, infatti, non ha segnato né allo 'Stadium' di Torino nella partita persa contro la Juventus e neanche ieri sera, in occasione dell'andata dei sedicesimi di finale di Europa League contro il Villarreal. Contro il Milan, però, gli azzurri saranno fortemente intenzionati a trovare tre punti vitali nella lotta per il titolo ed a ritrovare, soprattutto, la via del gol, con il bomber Gonzalo Higuaín (24 reti in 25 partite) che tornerà titolare al fianco di Lorenzo Insigne e José Maria Callejón. La presenza di Romagnoli, dunque, sarà di fondamentale importanza per le ambizioni della squadra di Mihajlovic, in piena corsa per un posto in Champions League ed . Da giocare, possibilmente, al gran completo.
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